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Cronaca

Il caso della docente morta, aperto un fascicolo: toccherà alla task force regionale fare chiarezza

La donna, 46 anni, è arrivata al Policlinico con "trombosi profonda estesa. Nell'anamnesi è presente la somministrazione del vaccino", così è scattata la segnalazione all'Aifa e alla Procura. Ma il compito di studiare e capire se ci possa essere un'ipotetica correlazione con Astrazeneca toccherà agli scienziati

Sarà un'inchiesta scientifica più che giudiziaria, quella legata alla morte dell'insegnante del Don Bosco, Cinzia Pennino, deceduta a 46 anni nella notte tra sabato e domenica, dopo esssere stata ricoverata prima al Buccheri La Ferla e poi, da venerdì scorso, alla Rianimazione del Policlinico, e per la quale allo stato non è stata presentata alcuna denuncia. La Procura ha infatti aperto un fasciolo "modello 44", ipotizzando il reato di omicidio colposo, per atto dovuto e soltanto in relazione all'assistenza ricevuta dalla paziente nelle strutture sanitarie che l'hanno avuta in cura. Tanto che i magistrati non hanno neppure disposto l'autopsia sul corpo della donna. Il compito di studiare e capire invece se ci possa essere una vaga ed ipotetica correlazione con la somministrazione del vaccino Astrazeneca - avvenuta ben 11 giorni prima del decesso - spetterà alla speciale task force, istituita il 19 marzo dalla Regione e coordinata dal professore di Medicina legale dell'università di Catania, Cristoforo Pomara, che ha proprio il compito di eseguire "indagini diagnostiche post mortem, finalizzate alla verifica degli eventi avversi da vaccinazione anti Covid".

Il caso della docente, molto conosciuta e stimata in città, ha generato molto allarme proprio perché mediaticamente è stata messa in relazione la vaccinazione con la morte. Come da prassi, è partita la segnalazione all'Aifa (Agenzia del famraco) e alla Procura. E lo si apprende da una nota del Policlinico: "La paziente è giunta al Policlinico Paolo Giaccone di Palermo il 24 marzo - scrive la direzione sanitaria - in condizioni molto critiche con trombosi profonda estesa e una storia anamnestica nella quale è presente anche una somministrazione vaccinale. Era proveniente dall’ospedale Buccheri La Ferla. Trasferita nella Terapia intensiva in disfunzione multiorgano nonostante i trattamenti  avanzati e le cure prestate dai sanitari, la paziente è deceduta. Come previsto in tale circostanza il caso è stato segnalato all’Aifa e all'autorità giudiziaria".

Come stabilisce il decreto del 19 marzo dell'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, per i casi "astrattamente sospetti" occorre seguire delle procedure ben precise che devono essere eseguite dalla task force, non essendoci al momento letteratura scientifica che consenta di affermare una relazione tra vaccinazione e decessi. Il provvedimento è stato notificato non a caso, oltre che a tutti i direttori generali delle aziende e degli enti del Sistema sanitario regionale, anche ai procuratori della Repubblica dell'Isola, compreso quello di Palermo.

L'aggiunto Ennio Petrigni ed il sostituto Giorgia Spiri, proprio in ossequio a queste disposizioni, hanno dunque aperto un fascicolo "modello 44", ma di fatto aspetteranno gli esiti delle verifiche che saranno compiute dalla task force. Finora non è emerso in nessuno dei pochi casi di decessi sospetti - che avevano anche portato alla sospensione del vaccino Astrazeneca per due giorni in Italia e in altri Paesi europei - una correlazione tra somministrazione del siero e decesso. L'Ema aveva anzi in quei giorni messo in evidenza come in Europa le situazioni sospette riguardassero una trentina di casi a fronte di quasi 30 milioni di dosi somministrate. Una percentuale bassissima. Gli accertamenti scientifici ed i monitoraggi sono naturalmente in corso, ma per il momento non esiste alcuna prova scientifica di un nesso causa-effetto tra vaccino e morte.
 

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