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Cronaca

L'autista di Giovanni Falcone agli studenti: "Quando mi risvegliai dal coma c'era solo Borsellino"

Giuseppe Costanza - che sopravvisse miracolosamente alla strage di Capaci del 23 maggio 1992 - è stato protagonista a Pescara di un incontro organizzato nell'ambito della 31esima edizione del Premio Borsellino

Nei ragazzi ha fiducia e il giudice Paolo Borsellino lo ricorda come un uomo “eccezionale” vero esempio di umanità. E' stato un incontro importante quello che 400 studenti hanno avuto all'Auditorium Flaiano, a Pescara, con Giuseppe Costanza, l'autista del giudice Giovanni Falcone che sopravvisse miracolosamente alla strage di Capaci del 23 maggio 1992. Cinquecento i chili di tritolo piazzati nel tratto dell'A29 che alle 17.57 deflagrarono uccidendo Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta del giudice Vito Schifani Rocco Dicilli e Antonio Montinaro.

“Questi ragazzi sono molto ma molto più attenti di certi anziani. Vogliono vivere una vita diversa, una società civile diversa e io ne sono orgoglioso e quando giro l'Italia e incontro questi ragazzi mi danno una carica e una gratificazione di cui non avete idea – ha detto Costanza -. La gioventù che spesso si sottovaluta è da rivalutare. Spero che la cultura che loro avranno sia quella di cambiare l'Italia, che ci sia con le nuove generazioni un cambiamento radicale perché soltanto così possiamo cambiare l'Italia: con la nuova generazione”, ha aggiunto.

L'incontro è stato organizzato nell'ambito della 31esima edizione del Premio Borsellino e promosso dal questore pescarese Luigi Liguori (presente all'incontro) in collaborazione con l'ufficio scolastico provinciale e il premio stesso che quest'anno ha ottenuto anche il riconoscimento della Regione per il suo "valore educativo". Proprio il giudice Borsellino che poco meno di due mesi dopo fu vittima di un altro tragico attentato, quello di via D'Amelio del 19 luglio 2022, fu quello che Costanza trovò davanti al suo letto quando riaprì gli occhi dopo quel drammatico giorno. “Quando mi risvegliai dal coma – ha raccontato lui stesso - è venuto il dottor Borsellino. E' stato l'unico che venne a trovarmi. Una persona eccezionale, veramente umana. Venne a trovarmi in ospedale e poteva farne a meno. Da qui si stabilisce il senso dell'umanità di quella persona”, ha aggiunto con commozione”.

A chi gli ha chiesto se Palermo oggi è una città diversa da quella dei tempi delle stragi ha risposto che sì, è cambiata. “La gente è molto più coscienziosa. Ha preso coscienza che la mafia non è più vincente, è scesa in piazza, ha dimostrato che non vuole più vivere quella situazione. Devo dire – ha concluso il testimone di uno dei giorni più neri della storia italiana - che adesso è cambiato tutto”.

Fonte ilpescara.it

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