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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Politeama / Piazza Castelnuovo

Politeama, attiviste "cambiano look" alla statua di un balilla: "A Palermo non c'è spazio per i fascisti"

Il movimento "Non una di Meno" nel corso della parata del Pride ha deciso di "dare un nuovo significato" al monumento: "E' arrivato il momento di costruire le nostre città secondo i nostri bisogni. 'Il piccolo falciatore' è stato realizzato da Antonio Ugo, scultore dell'epoca fascista, e rispecchia perfettamente quel periodo storico"

A distanza di un giorno dal Palermo Pride sono ancora visibili i segni del passaggio di questa marea colorata. In piazza Castelnuovo, infatti, spicca una statua "sanzionata" da "Non una di Meno" nel corso della parata. Quest'anno il movimento ha condiviso il carro con il centro sociale Anomalia, definito "espressione di un blocco sociale che quotidianamente porta avanti la lotta contro il governo e una classe dominante capitalista e patriarcale".

Giunti davanti al palchetto della musica, le attiviste di Non una di Meno hanno sanzionato e dato un nuovo significato a una statua rappresentante un balilla per affermare "che in città non c'è spazio per i fascisti né per qualsivoglia narrazione celebrativa e ipocrita di una storia e di modelli in cui non ci riconosciamo".

"Siamo donne, siamo persone a cui i diritti civili e sociali sono negati - dicono in una nota -. Abbiamo attraversato le strade della nostra città prendendoci lo spazio che sempre più ci viene negato. Da un po' di tempo Non una di Meno Palermo ha avviato un ragionamento collettivo sullo spazio pubblico, sappiamo benissimo che esso non è uno spazio neutro: i monumenti, le statute, nomi di piazze e strade portano con sé la celebrazione e gli strascichi di pratiche e ideologie fasciste, patriarcali, colonialiste, omolesbobitransfobiche. E' arrivato il momento di costruire le nostre città secondo i nostri bisogni e i nostri desideri. Per questo abbiamo risignificato questa statua, "il piccolo falciatore", bambino balilla realizzato da Antonio Ugo, scultore che opera in epoca fascista rispecchiando perfettamente quel periodo storico. Questa rappresenta un corpo sfruttato divenuto strumento di propaganda fascista: l'eteronormatività bianca, abilista, occidentale, borghese ed esclusiva. Oggi risignifichiamo questa statua con i nostri simboli, le nostre idee e le nostre pratiche".

Le attiviste proseguono: "I monumenti giocano il loro ruolo in quanto testimonianza di chi può e ha potuto governare lo spazio pubblico, di chi può e ha potuto occupare lo spazio pubblico. Abbiamo bisogno di rompere i modelli imposti reimmaginando lo spazio intorno a noi: uno spazio transfemminista e quindi antifascista, antirazzista, decoloniale. Uno spazio in cui l’intersezionalità abbia le sue narrazioni e le sue rappresentazioni. Uno spazio in cui i nostri corpi trovino la loro legittimità e il proprio senso di appartenza. Anche il luogo in cui questa statua è collocata per noi è significativo. Questa stessa piazza che ci ha viste non solo escluse, tagliate fuori, silenziate ma anche represse durante un comizio dell’allora candidata premier Meloni oggi capo di un governo che noi sappiamo benissimo non essere a favore delle donne né tantomeno di tutte quelle soggettività marginalizzate e silenziate. Sol perché abbiamo legittimamente provato a esprimere il nostro dissenso, siamo state prima bloccae dalla polizia e poi inseguite e caricate a freddo. Oggi ci riappropriamo di questo spazio pubblico prigioniero delle narrazioni del potere. Decolonizziamo lo spazio pubblico, rendiamo spazio di autodeterminazione, spazio transfemminista e urliamo sempre a gran voce che nella nostra città non c'è spazio per i fascisti".

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