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Cronaca Lercara Friddi

"Spaccò la mandibola a calci e pugni a un ballerino di colore", pena dimezzata in appello

Ridotta da quattro anni e mezzo a due (con la sospensione condizionale) la condanna inflitta a Giuseppe Cascino con il rito abbreviato. Aveva pestato il giovane a Lercara Friddi a luglio del 2018 per odio razziale, secondo l'accusa. In secondo grado però potrebbe essere caduta proprio questa aggravante

Era stato picchiato con calci e pugni così violentemente che gli era stata rotta la mandibola. Un pestaggio che, come ricostruito dall'accusa, sarebbe proseguito anche quando la vittima, Daniele Mangiapane, giovane ballerino di colore, nato in Italia ma la cui famiglia è originaria delle Mauritius, sarebbe stata ormai a terra, inerme ed incapace di difendersi. Un'aggressione a sfondo razziale quella commessa da Giuseppe Cascino, secondo il gup di Termini Imerese, per la quale ora i giudici della prima sezione della Corte d'Appello hanno deciso però di ridurre la pena di 4 anni e mezzo inflitta in primo grado con l'abbreviato a due anni, con la sospensione condizionale.

Non si conoscono ancora le motivazioni della sentenza, ma è molto probabile che per l'imputato, difeso dall'avvocato Gianluca Calafiore, sia venuta meno proprio l'aggravante di aver agito per odio etnico e razziale. Un elemento che, per la verità, inizialmente non era stato ravvisato dai carabinieri, ma era stato invece ritenuto sussistente dal gip che aveva disposto l'arresto di Cascino ad agosto del 2018. Il collegio presieduto da Gianfranca Claudia Infantino ha invece confermato la condanna a un anno (pena sospesa) per il fratello dell'imputato, Antonio, accusato di aver convinto un testimone a dichiarare il falso. Confermati anche il diritto al risarcimento in sede civile per la vittima e i suoi genitori, che si sono costituiti parte civile.

L'aggressione era avvenuta a Lercara Friddi, nella notte tra il 21 e il 22 luglio del 2018. Lo scontro tra Cascino, 32 anni, e Mangiapane, di 26, sarebbe partito quando il primo avrebbe fatto cadere il cappello della vittima e lo aveva poi colpito al volto con un pugno. Secondo la Procura, l'imputato avrebbe anche urlato "sporco negro, vattene da qui" al ballerino, che per le botte aveva pure perso conoscenza. Trentacinque i giorni di prognosi che alla fine i medici dell'ospedale Civico diedero alla vittima.

Subito dopo i fatti anche il sindaco di Lercara, Luciano Marino, aveva condannato il gesto, ma aveva escluso che potesse trattarsi di un pestaggio a sfondo razziale, spiegando che probabilmente i due sarebbero arrivati alla mani perché avrebbero bevuto. Il padre della vittima, però, spiegò: "Mio figlio era a terra mezzo morto ed è stato offesto. Adesso è sotto choc e non avrebbe mai pensato che oltre alle botte sarebbe stato insultato in un modo così violento. Mentro lo picchiavano (all'aggressione avrebbe preso parte anche un minorenne, ndr) gli hanno detto 'sporco negro, tornatene a casa, non sei degno di stare con noi'".

In primo grado l'aggravante dell'odio razziale era stata riconosciuta dal giudice Claudio Emanuele Bencivinni, che, a febbraio dell'anno scorso, aveva condannato Cascino a una pena più pesante di quella richiesta dal pm. Adesso, in appello, i 4 anni e mezzo di reclusione sono stati più che dimezzati.

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