rotate-mobile
Cronaca

"Non solo acqua e crema solare, riconosciuti ai rider i rischi per il caldo": accolto pure il ricorso contro Uber

Dopo la denuncia di un fattorino, il giudice del lavoro ha chiesto di modificare il Documento di valutazione dei rischi, inserendo cosa deve fare l'azienda nel caso in cui ci possano essere pericoli connessi alle alte temperature. Nidil Cgil: "Questa ordinanza conferma la necessità di garantire la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori"

I rider hanno diritto non solo ad acqua, sali minerali e crema solare per proteggersi dal caldo ma anche a una specifica valutazione del rischio da esposizione alle ondate di calore durante le ore di lavoro. Lo ha disposto il Tribunale di Palermo accogliendo il ricorso d'urgenza presentato da un rider di Uber, Dario Distaso, assistito dai legali della Nidil Cgil Giorgia Lo Monaco, Matilde Bidetti e Carlo De Marchis Gomez. 

L'ordinanza del giudice Giuseppe Tango tiene conto delle condizioni di lavoro nel periodo estivo, che per il rider si traducono in lunghe ore in bici o in moto anche sotto il sole cocente per effettuare le consegne a domicilio. Il provvedimento, scaturito dalle stesse esigenze e richieste avanzate dopo il ricorso vinto il 3 agosto scorso da un rider palermitano di Glovo, ovvero la fornitura di dispositivi di sicurezza per affrontare le alte temperature, introduce elementi di novità rispetto a quella con cui il giudice palermitano Elvira Majolino aveva disposto la fornitura di crema solare, sali minerali e acqua.

La novità importante, secondo il sindaco, "è infatti rappresentata dalla condanna per Uber-Eats ad effettuare (ex art. 17 e 28 decreto legislativo 81/08) una specifica valutazione del rischio da esposizione a ondate di calore e delle conseguenti misure necessarie per la tutela della incolumità del rider e una formazione sulla sicurezza e sulla prevenzione dei rischi lavorativi ai quali i ciclo fattorini sono esposti. Attraverso questa sentenza, infatti, il giudice del lavoro ha chiesto di modificare il Documento di valutazione dei rischi (Dvr), inserendo cosa deve fare l'azienda in caso di pericolo legato ad alte temperature e fornendo formazione specifica". 

"Questo significa - spiegano Andrea Gattuso, segretario generale Nidil Cgil Palermo e Fabio Pace di Nidil e Filt Cgil Palermo - che la portata del provvedimento, una volta modificato il documento di valutazione dei rischi (Dvr) dell’azienda sarebbe ampia: investirebbe tutta la flotta di corrieri del colosso americano del delivery. Oltre a questo, il giudice obbliga Uber ad effettuare la formazione sulla sicurezza al rider, sui rischi correlati all’attività di consegna implicante sforzi fisici con esposizione prolungata alle ondate di calore e ai raggi solari".

"Questa ordinanza  - proseguono Gattuso e Pace - è l’ennesima conferma che il Testo unico sulla sicurezza va applicato integralmente anche a lavoratori come i rider che sono inquadrati come autonomi. E va nella direzione, da sempre indicata dalla nostra organizzazione sindacale, della necessità di garantire la tutela della salute e della sicurezza a dei lavoratori che per la tipologia del lavoro svolto sono esposti a rischi molto gravi per una paga spesso misera”.

Una sentenza che costituisce un ulteriore passo avanti per tutto il comparto dei rider. "Assieme alla precedente - concludono i due sindacalisti - l’ordinanza obbliga a una riflessione seria sia le aziende del deliver che la politica impegnata nella competizione elettorale sulle condizioni di lavoro dei rider che di fatto, con pochissimi diritti e contratti precari, e pagati qualche euro a consegna, generano per le multinazionali del delivery fatturati miliardari nel nostro Paese".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Non solo acqua e crema solare, riconosciuti ai rider i rischi per il caldo": accolto pure il ricorso contro Uber

PalermoToday è in caricamento