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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Falsi diplomi in una scuola privata? Dopo 8 anni cadono tutte le accuse: prosciolti 5 imputati

La vicenda riguardava l'istituto Amedeo D'Aosta dove tra 2015 e 2016 secondo la Procura sarebbero state compiute delle irregolarità. Le intercettazioni erano già state annullate perché non autorizzate. Adesso si sono sgretolate integralmente le contestazioni perché troppo generiche e non supportate da documenti

Cinque proscioglimenti per il presunto giro di diplomi falsi nella scuola privata Amedeo D'Aosta, che secondo la Procura sarebbe avvenuto tra il 2015-2016. Si chiude così - a 8 anni dai fatti - un processo che ha avuto un iter giudiziario particolarmente complesso.

Il gup Cristina Lo Bue ha disposto il non luogo a procedere "perché il fatto non sussiste" per Salvatore Frangiamore, Vittorio Di Natale (entrambi amministratori della scuola), Antonio Gibiino (dirigente scolastico), per il professore Salvatore Li Vigni e Martina Marino. Alcuni degli imputati erano stati sottoposti in passato anche a delle misure interdittive. Sono difesi dagli avvocati Ninni Reina, Valeria Minà, Ylenia De Francisci e Maria Antonietta Falco, che hanno sollevato due eccezioni che, di fatto, hanno alla fine portato all'azzeramento delle accuse e, dunque, del processo.

L'inchiesta sulla scuola privata nasceva in realtà da alcune intercettazioni compiute in un'indagine legate a presunti finti protesti alla Camera di commercio. In una di esse si faceva riferimento ai finti diplomi alla Amedeo D'Aosta. Già durante la prima udienza preliminare, gli avvocati avevano rilevato l'inutilizzabilità delle captazioni nella scuola in quanto erano state autorizzate solo quelle per le presunte irregolarità alla Camera di commercio. Il gup Clelia Maltese aveva accolto la loro istanza e, pur rinviando a giudizio gli imputati, aveva fatto cadere l'accusa più grave nei loro confronti, quella di corruzione.

Il processo era quindi iniziato davanti alla terza sezione del tribunale, ma qui i legali avevano sollevato un'altra eccezione, legata stavolta alla genericità dei capi d'imputazione: non emergeva infatti chiaramente quali fossero i diplomi falsificati, quando sarebbe avvenuta questa falsificazione, così come non venivano indicati i registri di classe che sarebbero stati manomessi per consentire a docenti e alunni di risultare presenti senza essere a scuola.

Il collegio presieduto da Fabrizio La Cascia aveva accolto l'istanza e stabilito la nullità del decreto di rinvio a giudizio, disponendo che venisse fissata una nuova udienza preliminare e che la Procura rendesse chiare e precise le accuse, anche per consentire agli imputati di difendersi. Questa nuova udienza preliminare è quella che si è conclusa stamattina davanti al gup Lo Bue: la Procura, anziché formulare precisamente le contestazioni, depositando gli atti e i documenti necessari, ha deciso di chiedere il non luogo a procedere per tutti gli imputati. Una richiesta accolta dal giudice.

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