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Migranti, il monito di Lorefice: "Il 2021 porti cambiamento politiche europee"

L'arcivescovo interviene in merito alle "ultime tragedie del Mediterraneo, gravemente sottovalutate anche dalla stampa nazionale. La Carta costituzionale e il Vangelo ci chiedono di alzare la voce e di coinvolgere i cittadini italiani perché il nostro Paese prenda le distanze da questa barbarie"

"Il mio appello è perché questo 2021 si apra nel segno di una nuova, reale riflessione che conduca presto a un cambiamento nella condivisione delle regole europee". A pronunciare queste parole è l'arcivescovo Corrado Lorefice, facendo riferimento alle "ultime tragedie del Mediterraneo, gravemente sottovalutate anche dalla stampa nazionale".

"Appena un mese fa - ricorda Lorefice - piangevamo insieme la morte del piccolo Joseph, rimasto nel cuore di tutti, in uno dei tanti drammatici naufragi a cui abbiamo assistito nell'anno appena trascorso. Oggi abbiamo la conferma che i 4 bambini i cui cadaveri sono stati ritrovati il 18 dicembre scorso sulle coste libiche, nel silenzio generale, sono morti annegati durante un respingimento, uno dei tanti 'push-back' operati dalla cosiddetta guardia costiera libica. Gli ultimi report sui fatti avvenuti nel Mediterraneo centrale tra le fine di dicembre e i primi giorni di gennaio fanno stringere il cuore a chiunque avverta ancora il senso della propria umanità: siamo chiamati a reagire da esseri umani e da cristiani". 

Lorefice cita gli ultimi report delle organizzazioni umanitarie secondo i quali "a fronte dei 34.476 migranti giunti sulle coste italiane attraverso il Mediterraneo centrale, in assenza di canali sicuri e legali di accesso in Europa, sarebbero 11.891 i migranti intercettati e riportati in Libia nel 2020 (9.225 nel 2019), mentre 323 corpi sono stati restituiti dal mare e 417 vite risultano tuttora scomparse nel nulla - spiega l'arcivescovado  - E va ricordato che già tra il 1 e il 3 gennaio 2021 la Open Arms ha già dovuto soccorrere 266 persone, mentre già i primi 79 migranti sono stati intercettati e rimpatriati in Libia". "Non ci stancheremo mai di ripetere - ribadisce Lorefice - che i respingimenti costituiscono una grave violazione del principio di 'non refoulement' sancito dalla Convenzione di Ginevra, violano i diritti umani internazionali, calpestano il Vangelo, tradiscono la fraternità universale. E oltre a causare il ritorno di tante persone nei lager libici, portano ad esiti come l'annegamento di questi 4 bambini. E assordante il silenzio e spaventosa l'indifferenza che sta avvolgendo queste notizie. Non possiamo non indignarci anche come cristiani. La Carta costituzionale e il Vangelo ci chiedono di alzare la voce e di coinvolgere i cittadini italiani perché il nostro Paese attraverso quanti lo governano prenda le distanze da questa barbarie che massacra corpi, vite, volti umani, attese, drammi, speranze, e si adoperi anche a livello europeo per una soluzione umanamente sostenibile". 

E ancora Lorefice sottolinea che "Mentre viviamo direttamente il dramma della pandemia che sta colpendo il mondo intero, vicini alle nostre famiglie private degli affetti più cari e travolti dalle conseguenze economiche e sociali che porta con sé questo tremendo virus, sempre fiduciosi nella responsabilità di tutti per la salvaguardia del bene prezioso della salute e della vita, ci viene richiesta la stessa responsabilità per il dramma che continua a consumarsi nel Mediterraneo e che non può lasciarci indifferenti. Bisogna fare di tutto - conclude - per recuperare quanti continuano a salire su barconi della morte: è una responsabilità prossima che riguarda l'intera Europa, chiamata a mettersi in gioco a livello internazionale e a trovare risposte e soluzioni efficaci".


 

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