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Effetti del lockdown, il Garante per l'infanzia del Comune: "Giovani ansiosi per il futuro"

Il Garante per l'infanzia e l'adolescenza del comune di Palermo, Pasquale D'Andrea: "Sono dati che preoccupano bisogna intervenire immediatamente"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

I giovani hanno paura e si dicono ansiosi per il futuro. Sono questi gli effetti dovuti dal lockdown, che ha costretto tutti a restare in casa a causa del Coronavirus. Secondo un sondaggio effettuato nell’ambito di Utopia, un percorso di partecipazione e inclusione sociale rivolto a giovani italiani, migranti e rifugiati, lanciato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza per il comune di Palermo, in collaborazione con Unicef e Intersos, e somministrato ad oltre 400 ragazzi e ragazze, l’incertezza economica e nelle relazioni sono i punti che spaventano di più le nuove generazioni.

I giovani, la maggior parte d’età compresa tra i 14 e i 18 anni, affermano un cambio di routine giornaliera, a partire dalla la sveglia e in molti, durante la chiusura, sono rimasti incollati alla tv per guardare serie oppure allo smartphone per parlare con i propri amici. Ma gli effetti dei tre mesi di chiusura si ripercuotono innanzitutto nelle relazioni: Il 59% afferma, infatti, che sono cambiati i rapporti con amici e fidanzati e che Whatsapp e Instagram sono stati gli strumenti più utilizzati per comunicare con parenti e amici.

Alla domanda: di cosa parlavate con gli amici durante il lockdown, la maggioranza ha risposto di come sarà la vita dopo l’emergenza seguito da cosa facciamo in casa, il 15% degli intervistati inoltre si dava supporto l’uno con l’altro. Il 70% ha sentito la mancanza degli amici e poi dei parenti. I giovani si dichiarano stressati, annoiati, ansiosi/angosciati, tristi e confusi e la soluzione per tornare a vivere meglio sarebbe quella di avere contatti umani. Tra gli obiettivi i giovani adesso si prefissano di fare tutte le cose che non sono state fatte durante il lockdown, seguito da imparare a vivere il momento e non rimandare nulla.

Sono dati che preoccupano, dunque, quelli emersi dal questionario e che sollecitano un’ immediata presa di posizione da parte degli adulti e soprattutto delle Istituzioni. “A tal proposito - spiega Pasquale D’Andrea, Garante per l’infanzia e l’adolescenza del comune di Palermo - ho denunciato, tramite lettera al Presidente della Repubblica, il non ascolto dei ragazzi e delle ragazze, e grazie all'aiuto di alcune associazioni ho sentito la loro voce, in rapporto alla Convenzione Onu, sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, in particolare l’articolo 12, il diritto ad essere ascoltati”.

Dal lavoro, tra i diversi risultati, salta fuori che gli adolescenti dichiarano: "Non è vero che non siamo responsabili, ci prendiamo cura degli anziani e dei genitori. Forse gli adulti debbono più stare attenti a loro e prendere più precauzioni". Una considerazione che spesso non viene percepita dagli adulti. La ricerca integrale, la lettera indirizzata al Presidente e i suggerimenti dei ragazzi agli adulti si trovano sulla pagine Facebook del Garante.

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