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I moti siciliani compiono 170 anni, Armao: “Lì è nata la nostra autonomia”

Il vicepresidente della Regione e presidente de L’Unione dei Siciliani ha deposto un cuscino di rose rosse e gialle in piazza Rivoluzione, "in onore dei martiri della prima rivoluzione liberale europea"

Un viaggio nella memoria, alla scoperta delle radici dell'autonomia siciliana. Stamani l’Unione dei Siciliani ha ricordato il 170° anniversario della Rivoluzione Siciliana del 1848 con una manifestazione in piazza della Rivoluzione. Marcello Saija, ordinario di storia delle istituzioni politiche all’Università e componente del coordinamento nazionale del movimento, ha voluto ricordare "la straordinaria modernità di una rivoluzione che ha posto l’autonomia e il federalismo al centro dei propri obiettivi. È dalla Sicilia che scocca la scintilla che dà vita alla grande fiamma del 1848 dalla quale inizia a prendere corpo l’Europa moderna”.

Secondo Rino Piscitello, coordinatore del movimento, “a distanza di 170 anni da quel 12 gennaio 1848, la Sicilia ha il dovere di conservare la memoria e che solo chi difende e ricorda la propria storia può avere un futuro e tutelare la propria identità. A volte - ha concluso Piscitello - chi chiede di ricordare la storia della Sicilia viene descritto come un bizzarro passatista. Tutto questo non deve più accadere”.

Davanti a numerosi militanti, Gaetano Armao, presidente del movimento e vicepresidente della Regione Siciliana, ha poi deposto un cuscino di rose rosse e gialle (colori della bandiera siciliana) in onore dei martiri della prima rivoluzione liberale europea. “Le istituzioni, la politica e la società civile siciliane - ha detto Armao - hanno tutte il dovere di valorizzare la propria storia e ricordarla sapendo che da quella rivoluzione scaturì la Costituzione siciliana del 1848 che ha costituto un riferimento per il nostro Statuto. Rendere onore a quegli uomini e ricordare i martiri di quei giorni è un nostro dovere che, come Unione dei Siciliani ripeteremo ogni anno con la consapevolezza che lo Statuto della Regione Siciliana e la nostra autonomia speciale (per l’attuazione dei quali continuiamo ad impegnarci) sono anche figli di chi ebbe allora il coraggio di rivendicare il valore dell’autogoverno”.
 

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