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Economia

Cave ex Buttitta, la proposta del sindacato: “Affidare la gestione a una cooperativa unica dei lavoratori”

Vertice in Prefettura con l'amministratore giudiziario e l'agenzia dei beni confiscati. Il segretario generale Fiom Cgil Palermo Francesco Foti: "Gli abbiamo chiesto di tracciare un percorso e di calcolare con un piano economico le risorse che serviranno per realizzare il progetto"

Affidare la gestione delle cave ex Buttitta, in amministrazione giudiziaria, a una cooperativa costituita dai lavoratori edili e metalmeccanici. E' questa la proposta avanzata dai sindacati oggi in Prefettura nel corso di un incontro nel quale si è discusso del futuro di questi luoghi, attualmente affidati all’Agenzia dei beni confiscati. Le quattro cave sono la “Giardinello” di Trabia, la “Consona” di Bagheria, la “Valle Rena” tra Altofonte e Piana e la “Casachella” di Bolognetta, sequestrate nel 2008 ai familiari di Salvatore Buttitta, imprenditore vicino a Bernardo Provenzano, e deceduto poco prima del sequestro.

“Il compito del sindacato - dichiara il segretario generale Fiom Cgil Palermo Francesco Foti - è quello di non lasciare indietro nessuno. Sono stati 10 anni di amministrazione giudiziaria virtuosa, le commesse che non sono mancate, hanno garantito l’occupazione, ed è stata fatta qualche assunzione. Gli stipendi sono stati sempre erogati e sono stati rispettai i contratti collettivi. Il ruolo dei metalmeccanici e degli amministrativi, fondamentale per la cura e la manutenzione di attrezzature e impianti, è importante e vanno salvaguardati tutti i posti di lavoro”.

Secondo il segretario un soggetto unico per la gestione delle 4 cave è la soluzione migliore perché "conterrebbe al suo interno tutte le figure professionali necessarie per l’intero ciclo produttivo e per  operare con efficienza, evitando la concorrenza tra cave". "Adesso bisogna realizzare un progetto - continua Foti -,  abbiamo chiesto all’Agenzia e all’amministratore giudiziario di tracciare un percorso, e di calcolare con un piano economico le risorse che serviranno  per realizzare tale cooperativa. La nostra richiesta - conclude - è che l’Agenzia dei beni confiscati trovi la soluzione migliore per garantire l’occupazione, proseguendo in questo modo l’azione di contrasto alla criminalità che vede impegnato lo Stato nella gestione dei beni confiscati. Dovrà essere un percorso trasparente e che preveda garanzie occupazionali per tutti. Qualora non fosse percorribile la cooperativa, l’Agenzia dovrà farsi carico di trovare qualunque soluzione per dare continuità produttiva alle cave e soprattutto occupazionale”.

All'incontro erano presenti la Fiom, l’Agenzia, l’amministratore giudiziario che segue le quattro cave del gruppo, le sigle degli edili di Fillea, Filca Feneal, i componenti del consiglio d’amministrazione, l’Rsu Fiom della Orima srl, azienda confiscata che cura la manutenzione dei mezzi e che si occupa dei servizi tecnici e amministrativi per le cave, l’Rsu Fiom di Orima Leonardo Martorana e i delegati degli edili.

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