Almaviva, protesta sotto la pioggia: blocchi a singhiozzo in via Libertà
Traffico stoppato "a tempo" e auto costrette a imboccare strade alternative. Intanto l'azienda non fa marcia indietro e conferma "il percorso di riorganizzazione"
La pioggia e i primi risultati della mobilitazione dei lavoratori Almaviva, non fermano le proteste. Slogan e ombrelli: oggi la rabbia degli operatori ha "trovato sfogo" in via Libertà. Un gruppo numeroso si è radunato intorno alle 8, all'altezza della sede di via Cordova, e poi ha optato per un blocco stradale. Traffico stoppato a singhiozzo, con le auto costrette a imboccare vie alternative. Dopo la comunicazione formale dell'avvio delle procedure di mobilità per 1670, la Regione intanto ha infatti chiesto e fissato un incontro con Almaviva che si terrà a Roma la prossima settimana (giovedì alle 19), alla presenza dei sindacati. Il primo aprile si terrà invece l'incontro, sempre a Roma, fra azienda e sindacati sulla procedura di mobilità. Con il passare dei giorni cresce la preoccupazione tra i lavoratori.
E si riuniranno domani in assemblea, nelle due sedi di Palermo, i lavoratori del gruppo Almalviva Contact per stabilire le iniziative di lotta da mettere in campo con l'obiettivo di scongiurare i 1.670 licenziamenti annunciati dal gruppo. L'azienda intanto non fa marcia indietro e conferma "il percorso di riorganizzazione". "Accogliamo con soddisfazione le dichiarazioni del ministro Poletti che dimostrano la rinnovata volontà - spiegano da Almaviva - anche dopo gli impegni formali in questo senso assunti con l'azienda in sede istituzionale nel dicembre 2014, di risolvere gravi irregolarità e comprovate distorsioni che hanno nel tempo colpito il settore ed in maniera particolare la società. Tale soddisfazione - si legge in una nota - assieme alla conseguente e auspicabile prospettiva di un mercato più stabile e rispettoso delle regole, non può comunque esimere l'azienda dall'affrontare il percorso di riorganizzazione".
Almaviva parla di "responsabilità strettamente riferita all'ulteriore pesante peggioramento dei dati economici verificatosi in questo periodo, nonostante il ricorso agli ammortizzatori sociali e alle diverse azioni messe in campo, nonché ai doveri degli Amministratori a tutela del perimetro aziendale e dell'intero tessuto occupazionale. Il percorso, com'è noto, prevede al suo interno precisi momenti di confronto sindacale e istituzionale che costituiranno sicuramente il luogo deputato a rappresentare in maniera incontrovertibile la situazione e a verificare - come disciplinato dalla legge - ogni possibile soluzione a difesa dell'occupazione. Rimane comunque ferma ogni disponibilità al confronto, posizione che ha sempre caratterizzato - come facilmente verificabile - percorso e cultura aziendale".
“Il governo Renzi dichiara di voler intervenire per risolvere la crisi di Almaviva, ma non fa nulla - spiega il deputato di Sinistra italiana Erasmo Palazzotto - per far rispettare le norme sulla delocalizzazione dei call center né per frenare le gare al massimo ribasso, condotte in primis da enti pubblici come Enel e Poste italiane. Poco più di un mese fa, rispondendo ad una nostra interrogazione parlamentare, il ministero dello Sviluppo dichiarò di potere sanzionare solo i committenti che delocalizzano fuori dall’Ue, dando via libera quindi - aggiunge - alle delocalizzazioni in paesi membri come la Romania o Bulgaria. In questo modo viene svuotato di ogni effetto concreto l’articolo 24 bis del decreto legge 83/2012, che prevede sanzioni per chi delocalizza i servizi di call center dall’Italia all’estero".