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Economia Libertà / Via Filippo Cordova

Almaviva, protesta sotto la pioggia: blocchi a singhiozzo in via Libertà

Traffico stoppato "a tempo" e auto costrette a imboccare strade alternative. Intanto l'azienda non fa marcia indietro e conferma "il percorso di riorganizzazione"

La pioggia e i primi risultati della mobilitazione dei lavoratori Almaviva, non fermano le proteste. Slogan e ombrelli: oggi la rabbia degli operatori ha "trovato sfogo" in via Libertà. Un gruppo numeroso si è radunato intorno alle 8, all'altezza della sede di via Cordova, e poi ha optato per un blocco stradale. Traffico stoppato a singhiozzo, con le auto costrette a imboccare vie alternative. Dopo la comunicazione formale dell'avvio delle procedure di mobilità per 1670, la Regione intanto ha infatti chiesto e fissato un incontro con Almaviva che si terrà a Roma la prossima settimana (giovedì alle 19), alla presenza dei sindacati. Il primo aprile si terrà invece l'incontro, sempre a Roma, fra azienda e sindacati sulla procedura di mobilità. Con il passare dei giorni cresce la preoccupazione tra i lavoratori.

E si riuniranno domani in assemblea, nelle due sedi di Palermo, i lavoratori del gruppo Almalviva Contact per stabilire le iniziative di lotta da mettere in campo con l'obiettivo di scongiurare i 1.670 licenziamenti annunciati dal gruppo. L'azienda intanto non fa marcia indietro e conferma "il percorso di riorganizzazione". "Accogliamo con soddisfazione le dichiarazioni del ministro Poletti che dimostrano la rinnovata volontà - spiegano da Almaviva - anche dopo gli impegni formali in questo senso assunti con l'azienda in sede istituzionale nel dicembre 2014, di risolvere gravi irregolarità e comprovate distorsioni che hanno nel tempo colpito il settore ed in maniera particolare la società. Tale soddisfazione - si legge in una nota - assieme alla conseguente e auspicabile prospettiva di un mercato più stabile e rispettoso delle regole, non può comunque esimere l'azienda dall'affrontare il percorso di riorganizzazione".

Protesta lavoratori Almaviva - foto Bonfardino

Almaviva parla di "responsabilità strettamente riferita all'ulteriore pesante peggioramento dei dati economici verificatosi in questo periodo, nonostante il ricorso agli ammortizzatori sociali e alle diverse azioni messe in campo, nonché ai doveri degli Amministratori a tutela del perimetro aziendale e dell'intero tessuto occupazionale. Il percorso, com'è noto, prevede al suo interno precisi momenti di confronto sindacale e istituzionale che costituiranno sicuramente il luogo deputato a rappresentare in maniera incontrovertibile la situazione e a verificare - come disciplinato dalla legge - ogni possibile soluzione a difesa dell'occupazione. Rimane comunque ferma ogni disponibilità al confronto, posizione che ha sempre caratterizzato - come facilmente verificabile - percorso e cultura aziendale".

“Il governo Renzi dichiara di voler intervenire per risolvere la crisi di Almaviva, ma non fa nulla - spiega il deputato di Sinistra italiana Erasmo Palazzotto - per far rispettare le norme sulla delocalizzazione dei call center né per frenare le gare al massimo ribasso, condotte in primis da enti pubblici come Enel e Poste italiane. Poco più di un mese fa, rispondendo ad una nostra interrogazione parlamentare, il ministero dello Sviluppo dichiarò di potere sanzionare solo i committenti che delocalizzano fuori dall’Ue, dando via libera quindi - aggiunge - alle delocalizzazioni in paesi membri come la Romania o Bulgaria. In questo modo viene svuotato di ogni effetto concreto l’articolo 24 bis del decreto legge 83/2012, che prevede sanzioni per chi delocalizza i servizi di call center dall’Italia all’estero".

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