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Cronaca

Prestiti con tassi di usura del'800%: chiesti 4 anni per pescivendolo di Brancaccio

Ignazio Ricotta avrebbe preso di mira un ristoratore che, dopo aver aperto un locale in corso Vittorio Emanuele, si era però trovato con dei problemi economici. Ad incastrare l’imputato erano state le registrazioni della sua presunta vittima

Non solo la restituzione di un debito di 13 mila euro con tassi da usura (fino all’800 per cento), ma anche la villetta al mare. E’ questo che Ignazio Ricotta, 38 anni, pescivendolo di Brancaccio, avrebbe preteso da un imprenditore che, a dicembre del 2018, lo aveva fatto però arrestare. Adesso la Procura ha chiesto la condanna di Ricotta a quattro anni di reclusione, con il rito abbreviato.

"Così il pescivendolo di Brancaccio distruggeva la sua vittima"

Ad incastrare l’imputato erano state le registrazioni della sua presunta vittima, un ristoratore che, dopo aver aperto un locale in corso Vittorio Emanuele, si era però trovato con dei problemi economici. Aveva pensato di chiedere aiuto al pescivendolo, che sarebbe stato suo fornitore, che però aveva preteso la restituzione dei prestiti con tassi illegali. E poi anche che la presunta vittima gli cedesse una casa: “Sai quanti debiti hai e così te ne puoi uscire”, avrebbe suggerito Ricotta.

Durante le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Andrea Fusco, sono emersi altri due presunti casi di usura: un imprenditore avrebbe restituito in un anno all’imputato 12.500 euro a fronte di un prestito di 8 mila ed un altro, che avrebbe chiesto a Ricotta sei volte mille euro, ogni volta, nel giro di pochi giorni, avrebbe dovuto restituirne 1.100.


 

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