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Cronaca

"Non è Marcello Volpe", anche il test del Dna spegne le speranze

I quotidiani spagnoli hanno riferito che, secondo fonti di polizia, l'esame biologico avrebbbe già dato risposta. Rafael Flores racconta a PalermoToday come ha trovato quel ragazzo a Torrejon de Ardoz: "Aveva la pelle bruciata dal sole e le calze aperte"

Il test del Dna su quello che si pensava fosse Marcello Volpe ha dato esito negativo. Queste le indiscrezioni pubblicate sui principali quotidiani spagnoli relativamente all’esame effettuato sul ragazzo trovato a Torrejon de Ardoz che assomigliava al palermitano scomparso nel 2011 e la madre Laura Zarcone, volata in Spagna dopo essere stata contattata dalla polizia iberica.

"Quando l’ho visto - racconta a PalermoToday Rafael Flores, il ragazzo che ha chiamato la polizia quando ha notato un ‘vagabondo’ sospetto - mi sono accorto solamente del suo atteggiamento un po’ strano. Era diffidente e non parlava, quindi sono andato a prendere un pezzo di carta e una penna da un negoziante nella speranza che mi rispondesse scrivendo".

E’ stato lui a riaccendere le speranze della madre Laura, che era stata contattata dall’ambasciata italiana dopo le prime indagini effettuate dalla polizia spagnola. In commissariato c’era un ragazzo, non riconosciuto da nessuno dei familiari della Asociacion Sosdesaparecidos, che somigliava al ventenne scomparso nel 2011 da via Aloisio Juvara, in zona Fiera.

Di fronte alle foto e ad alcuni dettagli forniti telefonicamente, la madre di Marcello Volpe sembrava essersi convinta che fosse proprio lui. Aveva anche una cicatrice simile sul polso della mano destra. Una volta arrivata a Madrid si è diretta al commissariato di Policìa Nacional dove ha incontrato il ragazzo: "Non è mio figlio", ha detto dopo averlo visto.

La persona trovata nel comune a venti chilometri da Madrid, inoltre, non ha potuto collaborare con gli investigatori perché non essere in condizioni di poter parlare. "Ho impiegato molto tempo - prosegue Rafael Flores - a guadagnare un po’ della sua fiducia. Non parlava ma sembrava scocciato dal mio interessamento. Poi ho deciso di fargli una foto di nascosto e di chiamare la polizia".

Flores spiega che non conosceva, o comunque non ricordava, la storia di Marcello Volpe (nella foto a destra). "Non sapevo chi avessi davanti in quel momento ma aveva un modo di fare strano e bisogno d’aiuto. La sua faccia era bruciata dal sole, le sue mani mostravano i segni di chi ha sofferto le intemperie. Indossava vestiti vecchi e delle calze, aperte di sotto. La pianta del piede era sporca e piena di segni. A un certo punto si è alzato e si è allontanato, proprio dopo che io avevo avvisato la polizia".

Marcello Volpe-2Gli agenti sono arrivati a bordo di una pattuglia ma il vagabondo non si vedeva più. "I poliziotti stavano subito abbandonando le ricerche quando ho urlato: 'Ca…!'. A quel punto me ne stavo andando via ma loro sono tornati indietro e hanno deciso di continuare a cercare. E' stato trovato in calle Maria de Zayas. Anche con loro non parlava e gli agenti mi hanno detto che probabilmente soffriva di autismo. Dovrebbe aver scritto qualcosa sul suo nome, tipo Puri Santosa e una data di nascita. Ho pensato che fosse più un nome portoghese".

Dopo accertamenti e contatti tra le varie forze di polizia, fino ad arrivare alla famiglia di Marcello Volpe, gli investigatori hanno  Tra i tanti dubbi e le poche certezze, gli investigatori spagnoli hanno fare la prova del Dna che avrebbe già dato esito negativo, nonostante per gli stessi quotidiani iberici - in contatto con la polizia spagnola - fossero necessari alcuni giorni per i risultati. Le speranze della famiglia Volpe, dopo l'ennesimo presunto avvistamento, tornano quindi ad affievolirsi. Anche la madre Laura, sui social, ha dato notizia degli aggiornamenti pubblicati dai quotidiani spagnoli.

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