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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca A19 Palermo - Catania

Viadotto Giafar, tenta il suicidio e si lancia in autostrada: salvato da due guardie giurate

Trovandosi davanti a un ragazzo disteso sull'asfalto, all'ingresso della città, si sono parate davanti a lui proteggendolo con il mezzo dall'arrivo delle altre auto. Poi, con entrambe le gambe fratturate, è stato portato dal 118 in ospedale

Avrebbe cercato di farla finita, ancora una volta, questa volta lanciandosi dal ponte di via Giafar atterrando direttamente in autostrada, all’ingresso della città, rischiando di essere travolto. Nella caduta ha riportato la frattura di entrambe le gambe ma avrebbe potuto finire decisamente peggio se non fosse stato per due guardie giurate della Sicuritalia che, vedendolo sull'asfalto, si sono parate davanti a lui, un trentenne, proteggendolo con il loro mezzo dalle auto fino all’arrivo di un’ambulanza.

Dopo l’intervento delle pattuglie della polizia stradale e delle volanti il ragazzo è stato soccorso dal personale del 118 e portato in ospedale al Civico. Terminati gli accertamenti, che non hanno evidenziato lesioni agli organi interni, il ragazzo - seguito da anni per disturbi psichiatrici - è stato spostato nel reparto di Ortopedia dove resterà sino alle dimissioni. E quel giorno con ogni probabilità si riproporrà la questione: come aiutare questa persona a ritrovare la stabilità?

L’episodio di stanotte, per quanto fosse il più pericoloso per gli esiti che avrebbe potuto avere, è solo l’ultimo di un allarmante serie. Appena pochi giorni fa il trentenne aveva tentato il suicidio con le stesse modalità. Un progetto sventato grazie all’intervento dei carabinieri richiesto da una coppia - marito e moglie - che, vedendo la scena, si è fermata riuscendo a fare parlar il ragazzo per prendere tempo sino l’arrivo dei militari del Nucleo radiomobile che lo hanno portato in salvo.

Successivamente è emerso che il ragazzo, seguito da alcuni specialisti da anni, andrebbe trasferito in una Rems, una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, perché giudicato pericolosi per sé e per gli altri. Il condizionale è d’obbligo perché pare che sia in lista d’attesa da tempo, in uno stato di “libertà vigilata”. Alcune settimane fa sarebbe stato lui stesso a chiamare il 118 chiedendo di essere portato in ospedale per sottoporsi volontariamente a un tso. “Ha bisogno di essere seguito, non lo si può abbandonare a se stesso”, dice uno dei medici che lo ha avuto in cura.

Ad oggi sono solo due le strutture disponibili nell’isola, a Caltagirone (Catania) a Naso (Messina), con venti posti ciascuno. Non c’è da stupirsi, dunque, del fatto che i pazienti psichiatrici debbano attendere settimane, spesso mesi, prima di essere trasferiti - su disposizione di un magistrato - in comunità dedicata. Con tutto ciò che ne consegue per la salute mentale delle persone con disturbi psichici e per le famiglie, sempre più schiacciate da una pressione emotiva a volte insostenibile.

Qualcosa però sembra si sia mosso e nei prossimi mesi potrebbe aprire un’altra residenza nella provincia di Caltanissetta che servirà ad ospitare altre venti persone. “Queste strutture - spiega il professore Daniele La Barbera, direttore dell’Unità psichiatrica del Policlinico - hanno delle specificità che non possono essere riprodotte, sostituite o ricavate altrove e dove s’insiste sulle possibilità di cura per soggetti a volte inconsapevoli o incapaci di percepire il danno. Il problema più ampio e grave è quello della carenza di risorse per la psichiatria in Italia”.

Al Policlinico, dopo il lockdown e mentre il virus dilagava, il reparto è stato chiuso per più di un anno e mezzo convertendo tredici posti letto per i ricoveri Covid. “Abbiamo avuto la necessità - aggiunge il professore La Barbera - di ricoverare un paziente trasferendolo a Locri perché non c’erano posti più vicini. Ci rendiamo conto di ciò che significa sradicare una persona così fragile dal suo ambiente e dalla famiglia? La pandemia ha acuito le problematiche: la nostra comunità scientifica stima, causa pandemia, circa 300 mila nuovi pazienti psichiatrici. Serve maggiore attenzione da parte di tutte le istituzioni”.

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