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Scuole chiuse, in provincia di Palermo arrivano le prime ordinanze dei sindaci

A Misilmeri e Trappeto già disposta la sospensione delle attività didattiche. I primi cittadini alle autorità sanitarie distrettuali: "Forniteci i dati ufficiali delle persone positive e in quarantena di ogni singolo Comune, solo così possiamo emanare provvedimenti legittimi ed efficaci contro il virus". Musumeci: "Rischio caos, ho scritto a Draghi"

A Misilmeri già due giorni fa il sindaco Rosario Rizzolo ha disposto la chiusura delle scuole fino al 14 gennaio; a Trappeto invece le attività didattiche rimarranno sospese fino a giorno 22 per effetto di un provvedimento del sindaco Santo Cosentino.

Sono queste le prime ordinanze emanate dai primi cittadini della provincia di Palermo, che stamattina nel corso di una riunione in video conferenza hanno condiviso la necessità di interventi per limitare il dilagare dei contagi e allo stesso tempo hanno manifestato "uno stato di disagio dovuto alle difficoltà riscontrate nel sistema di trasmissione dei dati del tracciamento dei soggetti positivi e in quarantena".

E' quanto si legge in una nota congiunta degli 82 sindaci del Palermitano, che hanno stigmatizzato "l'assenza di comunicazioni certe e attendibili da parte di Asp e struttura commissariale anti Covid: "Ciò ha determinato un corto circuito tra le stesse autorità sanitarie e le autorità sanitarie locali, quali sono i sindaci, i quali non sono in grado di dare risposte adeguate".

Da qui il bisogno di provvedere con "ordinanze contingibili e urgenti con le quali disporre d'autorità la chiusura delle scuole per un congruo periodo". Ciò che è avvenuto a Misilmeri e Trappeto e verosimilmente si verificherà in altri Comuni per tutelare "i soggetti in età scolare". A spingere i sindaci in questa direzione è "il crescente timore che all’apertura delle scuole, la diffusione del virus possa ulteriormente aggravarsi, con le inevitabili ricadute su tutta la popolazione", nonché il grido dall'allarme proveniente dai dirigenti scolastici, dal personale del mondo della scuola e dai genitori degli studenti.

"Pur condividendo le comuni preoccupazioni e il crescente allarmismo del mondo della scuola, avendo ben presente il quadro normativo che non consente loro di agire autonomamente senza il necessario preavviso delle Autorità Sanitarie distrettuali che ne suggeriscano la chiusura di fronte a dati numerici certi e inoppugnabili, - hanno aggiunto i sindaci palermitani - responsabilmente abbiamo valutato che i provvedimenti potranno essere adottati dentro un necessario concerto istituzionale che ne garantisca la legittimità e l'efficacia per limitare la curva pandemica".

Oltre alla richiesta dei dati ufficiali delle persone positive e in quarantena, i sindaci hanno invitato Prefettura, Regione e Asp "ad adottare i necessari provvedimenti di loro stretta competenza in materia affinché si fornisca quell’ordinato quadro normativo per agire legittimamente ed efficacemente, nell’unico e comune intento di salvaguardare la salute delle persone e il prosieguo delle attività economiche e sociali che l’aggravarsi della crisi pandemica metterebbe ulteriormente a rischio".

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci: "Quello che temevamo si sta puntualmente verificando. Ricevo da centinaia di sindaci e da moltissimi presidi sollecitazioni per rinviare la ripresa delle attività scolastiche prevista dal governo centrale per lunedì 10 gennaio. Avevamo anticipato al ministro che con queste norme nazionali sulla riapertura delle scuole sarebbe stato il caos, va ricordato infatti che in zona gialla le Regioni non hanno autonomia nel determinare la sospensione delle attività scolastiche. Ho appena scritto al presidente Draghi rappresentando la gravità della situazione delle ultime ore e ribadito le stesse perplessità da noi espresse nel confronto Stato-Regioni dei giorni scorsi. Valuteremo attentamente nelle prossime ore l'evolversi del contagio per valutare eventuali ulteriori provvedimenti".

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