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Cronaca

Pausa pranzo cancellata, operai dei Cantieri navali in sciopero da più di 5 mesi

La protesta di 25 saldatori e carpentieri va avanti dal 28 febbraio. La sperimentazione, avviata da Fincantieri, doveva servire a recuperare livelli di produttività ma così non è stato: "Il Cantiere - afferma Francesco Foti (Fiom Cgil) - viaggia sotto gli standard di efficienza"

Sette ore e mezza di lavoro consecutivo, con soli 10 minuti di riposo, e niente pausa pranzo. Solo un buono pasto a fine turno. A questa 'sperimentazione', avviata da Fincantieri per recuperare livelli di produttività, gli operai dell'officina Osa A del Cantiere navale hanno detto e continuano a dire no. Da oltre cinque mesi, 25 saldatori e carpentieri sono in sciopero. Grazie alla loro protesta da record, iniziata il 28 febbraio, il provvedimento non è stato esteso, come inizialmente previsto, al resto del cantiere dove gli altri operai continuano a fare i turni alla vecchia maniera (dalle 6 alle 14 e dalla 14 alle 22, con 10 minuti di pausa) e con una pausa pranzo dalle 11.30 alle 12 e dalle 19 alle 19.30. 

Gli operai avevano già incrociato le braccia l'8 febbraio in solidarietà al licenziamento dei 12 tra cuochi e dipendenti della mensa, avvenuto dopo un cambio d'appalto dell'azienda adibita alla ristorazione. Chiusa la storica cucina, l'appalto è stato affidato alla Cot che non ha mai riassunto gli addetti alla mensa licenziati. Per questo c'è una causa in corso, patrocinata dall'ufficio legale della Fiom Cgil e della Filcams Cgil Palermo. Malumori, inotre, tra tutti e 459 i dipendenti perché il cibo è ritenuto di qualità scadente. 

“La mensa è un disastro. Gli operai sono costretti a servirsi di un pasto immangiabile, che arriva da fuori, quando dovrebbe essere confezionato nelle cucine del cantiere, come avviene in tutti gli altri stabilimenti Fincantieri d'Italia – dichiara Francesco Foti, della segreteria Fiom Cgil Palermo – per un gioco al risparmio. Chiediamo che sia ripristinato il vecchio servizio mensa e che vengano concessi anche 20 minuti di pausa mensa, ma almeno con un pasto commestibile. La Cot sta violando le leggi: non viene garantito il servizio con la ristorazione interna come in tutti i cantieri navali. Chiediamo inoltre che i lavoratori disoccupati possano tornare al lavoro. La sperimentazione non ha portato alcun risultato: gli ultimi dati dimostrano che il Cantiere Navale viaggia sotto gli standard di efficienza”. 

LA REPLICA - Poco dopo è arrivata la replica del presidente di COT Ristorazione, Emanuele Ribaudo: "La C.O.T., secondo la ricostruzione operata dal signor Foti, opererebbe in violazione delle leggi poiché “non viene garantito il servizio con la ristorazione interna come in tutti i cantieri navali…” e il sindacato chiede che i lavoratori disoccupati “possano tornare al lavoro…”. Rappresentiamo sin da subito che la scrivente società sta valutando se tutelare la propria posizione nelle opportune sedi perché la dichiarazione che qui ci occupa è certamente lesiva del buon nome della C.O.T. Fatta questa breve, ma doverosa premessa, precisiamo che gli standard qualitativi del servizio da noi reso presso lo Stabilimento Fincantieri di Palermo sono indiscutibili (e i numeri giornalmente registrati lo dimostrano). Inoltre, si ribadisce che la clausola sociale non comporta alcun obbligo per l’impresa aggiudicataria di un appalto di assumere a tempo indeterminato e in forma automatica e generalizzata il personale già utilizzato dalla precedente impresa o società affidataria (cfr. ex multis Consiglio di Stato, Sezione Terza, Sentenza 5 maggio 2017, n. 2078). Una diversa interpretazione limiterebbe la libertà d’impresa, riconosciuta e garantita dall’art. 41 Cost., che sta a fondamento dell’autogoverno dei fattori di produzione e dell’autonomia di gestione propria dell’archetipo del contratto di appalto".

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