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Cronaca

Vigile del fuoco finisce in un burrone e muore, 42 anni dopo risarcimento milionario per i cinque figli 

L'incidente avvenne a causa di un guasto ai freni del mezzo di servizio sul quale l'uomo viaggiava dopo aver terminato un'operazione di soccorso. I familiari sono riusciti a vincere una lunga battaglia legale ottenendo 1.500 euro al mese per 15 anni a testa

Quarantadue anni dopo la morte del loro papà, i cinque figli di un vigile del fuoco di Palermo hanno avuto giustizia. Avranno un maxi risarcimento di un milione e 350 mila euro. I legali dello studio Leone-Fell sono riusciti ad ottenere il riconoscimento dello status di familiari di vittima del dovere e i relativi bonus previsti dalla normativa vigente ovvero 1.500 euro al mese per 15 anni a testa. 

L’ex capo squadra morì nel 1979 precipitando in un burrone, a causa di un guasto ai freni del mezzo sul quale viaggiava, dopo aver terminato un'operazione di soccorso. Dopo la tragedia, i figli chiesero al Ministero di riconoscergli lo status di familiari di vittima del dovere, ma la richiesta fu rigettata proprio perché l’operazione di soccorso, a loro dire, era terminata.

Consapevoli di aver subito un torto, gli eredi non si sono arresi e si sono rivolti agli avvocati che hanno fatto ricorso al giudice del lavoro di Palermo e vinto la battaglia legale. “L’attività di soccorso effettuata dalla vittima – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Pierluigi Fauzia che hanno difeso i figli - rientra fra quelle previste dalla legge 266 del 23 dicembre 2005. Non capiamo infatti come il Ministero abbia potuto negare l’evidenza, rigettando la richiesta di riconoscimento dello status di vittima del dovere. Siamo lieti che il giudice abbia compreso le ragioni e ripristinato un diritto che per troppo tempo era stato negato loro”.

Il vigili del fuoco era stato inviato sulla statale 113 per soccorrere alcuni colleghi rimasti bloccati sull’automezzo in panne. Rimorchiato l’automezzo, i freni si la ruppero improvvisamente facendo sì che il veicolo in avaria finisse nel burrone, trascinando con sé anche il mezzo di soccorso. “Il recupero di un furgone in panne, appartenente proprio ai vigili del fuoco, e su disposizione del capo rimessa dei vigili del fuoco – spiega il giudice del lavoro - va ricompresa tra le attività di servizio e tra le attività di soccorso”.

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