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Cronaca

Covid, l'allarme dal Policlinico: "Sempre più giovani ricoverati, posti letto pieni"

L’azienda ospedaliera universitaria fa il punto nella gestione della pandemia: l'età media è scesa a 53 anni. Rispetto al passato si guarisce di più e si è abbassata anche la mortalità. Il direttore del reparto di Pneumologia: "Vaccinazione strumento essenziale per evitare alto numero di contagi"

I sette posti letto aggiuntivi attivati nella struttura complessa di Pneumologia Covid del Policlinico, operativi da lunedì, sono già tutti occupati. E si abbassa a 53 anni, l'età media dei pazienti ricoverati. A fare il punto nella gestione della pandemia è l’azienda ospedaliera universitaria che sta fronteggiando questa fase dell'emergenza sanitaria con un totale complessivo di 88 posti Covid di degenza ordinaria e otto di terapia intensiva. Quattro le strutture in prima linea nella gestione dei pazienti colpiti dal virus: medicina, malattie infettive e pneumologia con unità di terapia sub-intensiva respiratoria.  

Per i pazienti affetti da polmonite con grave insufficienza respiratoria - fanno sapere dal Policlinico - sono adesso disponibili 27 posti di pneumologia con Utir, Unità di terapia intensiva respiratoria, con età media dei pazienti ricoverati che si attesta sui 53 anni e senza particolari fattori di rischio o patologie pregresse". "Se negli ultimi mesi del 2020 abbiamo visto pazienti che in media avevano 68 anni, oggi la riduzione dell’età media - spiega Nicola Scichilone, direttore della unità di Pneumologia - si può di certo motivare anche con l’avvio della campagna vaccinale in cui è stata coinvolta la popolazione più anziana e fragile. A favorire il contagio tra i più giovani nell’ultimo periodo sembra essere stata la prevalenza delle varianti, tra cui quella inglese che è risultata tra le più diffusive". 

I sanitari stanno riscontrando alcune differenze significative tra l’ultimo trimestre 2020 e questi primi mesi del 2021: se tra ottobre e dicembre 2020 in totale sono stati 97 i pazienti ricoverati per grave insufficienza respiratoria da polmonite da Covid, tra gennaio e marzo il numero si è innalzato a 184. In ospedale i pazienti sono più giovani, ma si registra anche un tasso di guarigione maggiore rispetto al passato: il 56% torna a casa, mentre nella fase precedente la percentuale era del 36%. Si è abbassata anche la mortalità, dal 26% al 21% e si è dimezzata la necessità di ricorrere a manovre invasive di tipo rianimatorio. 

“Ci sono più variabili – continua il direttore di Pneumologia  - che hanno inciso su questi esiti: di certo l’esperienza ha permesso con il tempo di affinare sempre più il nostro approccio clinico introducendo le terapie più idonee. Attualmente la tecnica di ventilazione non invasiva, con supporto alla meccanica respiratoria, e l’erogazione di aria e ossigeno ad alti flussi, si stanno rivelando più efficaci di altri trattamenti in uso in precedenza. La vaccinazione - aggiunge Scichilone - resta un’arma essenziale per contrastare i contagi". 

L'équipe di Pneumologia oltre ad essere costantemente impegnata nella cura del malato in questi mesi difficili si è anche occupata di garantire il contatto dei pazienti con gli affetti più cari. "Vengono realizzate quotidianamente le video chiamate con le famiglie - conclude il direttore - e il personale medico effettua ogni giorno, al termine della visita, un colloquio telefonico con il familiare di riferimento per aggiornare sulle condizioni cliniche”. 
 
“Desidero ringraziare – sottolinea il commissario dell’Aou Policlinico Alessandro Caltagirone – tutti gli operatori impegnati in prima linea nei reparti Covid, ma anche tutti gli altri specialisti che, in questo periodo di pandemia, hanno comunque assicurato continuità assistenziale. A differenza di altre realtà ospedaliere, infatti, il Policlinico ha dato il suo contributo nella lotta al Covid garantendo anche le altre attività di cui i cittadini hanno bisogno. Nei prossimi giorni, confidando in una riduzione dei ricoveri, potremo riprendere a pieno le attività delle unità operative specialistiche che in questi giorni hanno subito una riduzione dei posti letto con l’auspicio di poter ripristinare gli altri servizi no Covid”. 

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