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Cronaca

L'arcivescovo: "Il Papa viene a Palermo per entrare nella 'carne' del nostro popolo"

Il messaggio di Corrado Lorefice: "Il Santo Padre viene a sostenere la Chiesa di Palermo, nel cuore di questa meravigliosa città per chiamarla a ripartire"

"Carissimi fratelli e sorelle, ci stiamo preparando ad accogliere con spirito di fede, di profonda gioia e di filiale e fraterna gratitudine, il Vescovo di Roma, Papa Francesco, successore dell’Apostolo Pietro, che presiede nella Carità di Cristo tutte le Chiese, segno visibile e garante di unità. Lui viene a Palermo in visita pastorale nella ricorrenza del 25° dell’uccisione di padre Puglisi". Inizia così il messaggio che l'arcivescovo Corrado Lorefice ha voluto inviare ai palermitani.

"Che cosa viene a fare il Papa a Palermo il prossimo 15 settembre? Iniziamo sin d’ora a rispondere a questa domanda - dice Lorefice - appoggiandoci allo stesso insegnamento di Papa Francesco, che in questi anni del mio ministero episcopale tra voi abbiamo cercato di recepire insieme, come Chiesa di Palermo. Il Papa viene a dirci che la nostra venerata e antica chiesa palermitana, non esente dalla scristianizzazione e dalla secolarizzazione, è chiamata a riconoscere questo momento come una provvidenziale e propizia chiamata ad un annuncio cristiano che si concentri «sull’essenziale, su ciò che è più bello, più attraente e, allo stesso tempo, più necessario. Papa Francesco viene a ricordarci, da successore di Pietro e primo testimone e confessore dell’amore di Cristo, che 'per predicare al popolo bisogna guardare e saper ascoltare, entrare nel processo che vive, immergersi'. Il Papa viene per entrare nello spirito e nella ‘carne’ della nostra terra e del nostro popolo, per aiutarci ad essere Chiesa-casa tra le case, evangelizzatori prossimi e gioiosi, comunità cristiane capaci di riflettere la luce di Cristo che, come la luna, brilla di luce riflessa nella Chiesa".

La visita palermitana del Papa - a detta dell'arcivescovo - è una "provvidenziale, felice e favorevole opportunità non solo per  la Chiesa e i cristiani di Palermo ma anche per la nostra amata e martoriata Sicilia". Ma, avvisa Lorefice, "non ci stiamo apprestando a vivere un grande spettacolo. Preparandoci a questa visita noi ci riconsegniamo alla bellezza dell’Evangelo che abbiamo ricevuto e ascoltato, impegnando la nostra esistenza ad una continua conversione e a una condivisione appassionata, entusiasta e creativa della Parola in cui tutti possono trovare ristoro ed energia di vita. D’altra parte, non è stato questo il tratto umano e pastorale che ha caratterizzato l’intero ministero di don Pino Puglisi e che tanto ha inciso nella coscienza ecclesiale e civile della nostra amata Chiesa palermitana, in particolare nella vita di tanti giovani?".

Lorefice prosegue: "Il mondo è cambiato e continua a cambiare a ritmi vertiginosi. Ciò appare chiaro anche a Palermo e nei Comuni della nostra Arcidiocesi, come in tutta la nostra Sicilia. La città secolarizzata è sotto i nostri occhi. La gente della nostra terra si muove ancora all’interno di un orizzonte religioso, che affiora soprattutto durante le processioni patronali, ma si fa ormai fatica a riconoscere collettivamente quei segni della fede che durante la cosiddetta ‘cristianità’ tutti sapevamo discernere quasi insensibilmente. Eppure, quanto attuali restano il Vangelo e il suo messaggio! Quanto intenso e profondo è l’anelito degli uomini e delle donne di oggi alla felicità, ad un mondo più giusto, riscattato dal male, dalla sofferenza, dall’ingiustizia, dalla lacerazione del peccato (mai privo di conseguenze ‘sociali’), dalle tante morti e dalla morte. Un mondo in cui le difficoltà e i bisogni ci trovino uniti nella ricerca comune di soluzioni e non pronti a separazioni dovute a interessi di gruppo".

"Il Santo Padre - dice Lorefice - viene a chiederci di essere una Chiesa in uscita dalle proprie mura, una Chiesa che non annuncia una verità dall’alto delle proprie sicurezze, ma semplicemente il Vangelo di Gesù di Nazareth, Figlio di Dio fattosi carne, nell’umile consapevolezza di poter essere credibile solo camminando sulla strada di tutti. Una Chiesa ‘nunzia’, ‘prossima’, ‘povera’, che beva fino in fondo il calice della vita ordinaria e del tempo feriale, dentro le tante emergenze sociali del nostro territorio, lì dove il volto umano è rigato dal dolore e sfigurato dal peccato, lì dove abitano i vinti e gli scartati della Terra, dove stanno le vittime delle ingiustizie umane e dei poteri carsici e mafiosi. Il Papa viene a sostenere la Chiesa di Palermo, viene nel cuore di questa meravigliosa Città per chiamarla a ripartire con lo sguardo sempre acuto del Vangelo, con la parola della grazia di Dio per ogni uomo, con l’amore a noi donato, che dobbiamo offrire ad ogni fratello, dal più vicino al più lontano".

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