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Cronaca

Un altro primato: Palermo città con più parcheggi a pagamento

L'indagine riguarda la Sicilia. Si tratta di un'elaborazione su dati Istat condotta dal Centro Studi Continental: "La crescita non dipende da un aumento delle aree destinate al posteggio ma dalla trasformazione di parcheggi gratuiti in posti a pagamento"

Nel 2011 fra i comuni capoluogo di provincia della Sicilia era Palermo (47,3) quello con il maggior numero di posti parcheggio (stalli di sosta) a pagamento ogni mille vetture circolanti. Molto marcato l'incremento rispetto al 2000, quando il numero di parcheggi a pagamento era molto basso (2,6 ogni mille vetture circolanti). La crescita dei posti di parcheggio a pagamento in dodici anni è stata quindi del 1.750,5%.

Queste informazioni emergono da una elaborazione su dati Istat condotta dal Centro Studi Continental. L'analisi del Centro Studi Continental ha evidenziato anche quali sono in Sicilia gli altri capoluoghi di provincia con il maggior numero di stalli di sosta a pagamento ogni mille vetture. In cima a questa classifica, dopo Palermo, troviamo Catania (37,9) dove l'aumento è stato del 326,1%, e Messina (30,2). A seguire Enna (16,5), Caltanissetta (16,2), Ragusa (15,7), Siracusa (14,8) e Trapani (14,7).

A livello nazionale, nel 2011 i comuni capoluogo di provincia disponevano in media di 51,1 stalli di sosta a pagamento ogni mille vetture circolanti. Rispetto al 2000, quando gli stalli di sosta su strada ogni mille vetture erano 30,7, vi è stato un incremento del 66,3%. Secondo il Centro Studi Continental "la crescita dei parcheggi a pagamento potrebbe sembrare una buona notizia, ma in effetti non lo è perché non dipende da un aumento delle aree destinate al parcheggio ma, in larga misura, dipende dalla trasformazione di parcheggi gratuiti in parcheggi a pagamento".

"Nonostante il proliferare di misure di contenimento del traffico - conclude il Centro Studi Continental - non è dunque prevedibile una diminuzione dell'uso delle auto private. Infatti, alla politica per scoraggiare l'utilizzo dei mezzi privati non si associa una politica di sviluppo del trasporto pubblico. Da ciò deriva che la politica tendente a scoraggiare il trasporto privato di fatto si risolve in un ostacolo alla mobilità con conseguenze pesanti anche dal punto di vista economico per le aree che si vorrebbero 'proteggere' dal traffico privato".

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