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Cronaca

Omicidio Fragalà, spunta una donna: doppia pista per il movente

La regia della mafia nella feroce aggressione ai danni del penalista, ucciso nel febbraio del 2010. Si segue anche la pista passionale, anche se il procuratore Scalia resta cauto: "Ipotesi suggestiva, l'indagine è aperta". Si cerca un quarto uomo

Mesi e mesi di indagini. Verbali su verbali. Risultati zero. O quasi. Mille piste perché Enzo Fragalà aveva tanti affari in piedi, trattava il 41 bis come le grane di un piccolo commerciante, con passioni che andavano dalla politica fino a sfiorare gli aspetti legati al terrorismo e servizi segreti. La svolta è arrivata da una donna. Monica Vitale, 29 anni, collaboratrice di giustizia da due anni, vicina al mandamento mafioso di Borgo Vecchio. Le sue confessioni hanno indirizzato gli inquirenti a Francesco Arcuri, Salvatore Ingrassia e Antonino Siragusa, arrestati oggi dai carabinieri. (GUARDA IL VIDEO CON LE INTERCETTAZIONI)

È la sera del 23 febbraio 2010. Ore 19.09. A inchiodare i tre protagonisti è un’intercettazione ambientale di un’ora. Arcuri e Ingrassia, tutti del mandamento di Porta Nuova, discutono con Siracusa e progettano un imminente atto criminoso. Si fa riferimento anche al garage dal quale sarebbe uscito Fragalà. Due vanno su un motorino, due in macchina. Uno fa il palo. Tutti spengono il cellulare più o meno nello stesso momento. Lo riaccenderanno insieme, poco dopo avere “incontrato” Fragalà. Le bastonate arrivano alle 20.39. Un’operazione breve e efferata, di 30 secondi.

Omicidio Fragalà, arrestati i presunti killer

Due basisti e un esecutore materiale. Manca il quarto soggetto (quello che era sul motorino). E manca lo scenario alle spalle della feroce aggressione. Un movente, due piste. Il primo affonda le radici in epoca lontana. Siamo nei primi anni Duemila. Alcuni detenuti del carcere di Novara protestano. Le promesse fatte da Fragalà in merito all’attenuazione del 41 bis vengono disattese. Nel 2009 le norme anzi si inaspriscono. Un anno dopo Fragalà viene eliminato. (IL VIDEO DELLE INDAGINI)

La seconda pista è passionale.  Monica Vitale fa riferimento a un detenuto, cliente del penalista ucciso, che avrebbe saputo delle moleste subite dalla moglie. Lei non riusciva a pagare. Lui, Fragalà, avrebbe così proposto in modo garbato “una forma di pagamento diverso”. “Un movente suggestivo – ammette il procuratore aggiunto Maurizio Scalia -. Intanto abbiamo messo un punto sulle indagini. Le dichiarazioni di Monica Vitale sono state ritenute attendibili. Sul movente il discorso resta aperto”.

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