Strage di migranti nel Canale di Sicilia, domani a Palermo lutto cittadino
Un peschereccio si è ribaltato nel Canale di Sicilia. Circa 700 le vittime. "Di fronte a questa vera e propria ecatombe - dice il sindaco Leoluca Orlando - non si può rimanere indifferenti e ognuno, a cominciare dall'Ue e dalla Comunità internazionale, si deve assumere le proprie responsabilità"
Dopo la nuova strage di migranti nel Canale di Sicilia, il sindaco Leoluca Orlando, ha proclamato il lutto cittadino a Palermo per la giornata di domani. Nella notte infatti un peschereccio si è capovolto mentre era a circa 60 miglia a nord della Libia. Un mercantile portoghese dirottato nella zona dal comando generale delle capitanerie di porto dopo che il barcone aveva lanciato l'sos, il King Jacob, ha recuperato 28 superstiti. Secondo quanto si è appreso, alla vista del mercantile i migranti si sono affollati tutti su un lato del peschereccio, facendolo capovolgere. E' così scattata un'imponente operazione di soccorso, ma sembra che i morti siano circa 700.
"Domani le bandiere di tutte le sedi amministrative saranno a mezz'asta”, ha spiegato il sindaco. “Di fronte a questa vera e propria ecatombe - ha aggiunto - non si può rimanere indifferenti e ognuno, a cominciare dall'Ue e dalla Comunità internazionale, si deve assumere le proprie responsabilità". Orlando, presidente di Anci Sicilia, ha invitato i sindaci dei 390 comuni siciliani a proclamare il lutto cittadino per domani.
Sempre domani alle 18.30 a Palazzo Cefalà, sede della Consulta delle Culture, è stata convocata un riunione aperta alle Istituzioni e a tutta la società civile per discutere di iniziative immediate da assumere dopo la nuova strage. Oltre al presidente Adham Darawsha e di tutti i consiglieri della Consulta delle Culture, saranno presenti il sindaco, il presidente del Consiglio comunale, Salvatore Orlando e molti consiglieri. “Ancora una volta – ha detto Adham Darawsha – siamo costretti a registrare una dolorosa strage degli innocenti. E' ora di dire basta a questo massacro richiamando definitivamente l'Europa alle sue responsabilità”.
