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Cronaca

"Sgravi fiscali non giustificati": confermata condanna per ex operatore Agenzia delle Entrate

Il palermitano Giorgio Navarra, come stabilito in appello dalla Corte dei conti, dovrà risarcire 116 mila euro al Ministero dell'Economia. Avrebbe causato un danno erariale inserendo nei terminali dell'agenzia sgravi motivati come "riliquidazione"

Accolto parzialmente il ricorso di un operatore dell’Agenzia delle Entrate di Gela, ridotto del 30% il risarcimento per danno erariale. I giudici della Sezione giurisdizionale di appello per la Regione Siciliana hanno condannato il palermitano Giorgio Navarra, 58 anni, a risarcire 116.666 euro al Ministero dell’Economia. Come per la sentenza di primo grado è stato ritenuto responsabile di aver effettuato arbitrariamente sgravi fiscali, per importi compresi tra gli 800 e i 30 mila euro, senza giustificazione e con la generica motivazione di una “riliquidazione”.

Sono almeno quindi le pratiche esaminate dall’accusa e dai giudici per il mancato versamento di Iva, Irap o Irpef. Sarebbe stato lui a disporre sui terminali dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando il suo codice fiscale e le sue credenziali per l’accesso al sistema, gli sgravi che avrebbero causato un danno erariale allo Stato. Danno erariale dovuto al fatto - precisa il pm - che, dopo la scoperta fatta dal settore Audit e relazionata nel marzo 2015, non sarebbe stato più possibile iscrivere a ruolo le pratiche.

"Il comportamento tenuto dal Navarra appare caratterizzato da dolo consistente nella intenzionalità di porre in essere gli sgravi indebiti (pur in presenza, come prospettato dalla sua stessa difesa, di disposizioni di servizio che imponevano precisi limiti) e, soprattutto, in assenza di alcuna legittima giustificazione. Detti sgravi, infatti, erano (...per così dire....) supportati da motivazioni che, anche a prescindere dall’assenza del fascicolo cartaceo, erano evidentemente non pertinenti alle fattispecie sgravate".

Gli avvocati difensori di Navarra, licenziato nel 2012, hanno presentato ricorso alla sentenza di primo grado per cercare di ridurre il carico delle responsabilità attribuite al proprio assistito parzialmente il 58enne dalle proprie responsabilità, da addebitare in parte ai suoi superiori per omesso controllo e mancata supervisione. Proprio per questa ragione i giudici hanno deciso di rivalutare il danno erariale e contestare all’ex operatore dell’Agenzia delle Entrate solo il 70% dei crediti che sarebbero dovuti entrare nelle casse dello Stato.

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