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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Studente palermitano ferito dal lancio di una bici a Torino, condannati 3 dei 5 ragazzi coinvolti

Il giudice, che ha respinto la messa alla prova chiesa dai difensori degli imputati, ha letto il dispositivo con cui ha inflitto le prime condanne. In aula c'era il padre di Mauro Glorioso: "Mio figlio non sarà più com'era prima di quella sera, ma spero che da questa storia possa nascere qualcosa di positivo"

Sconteranno la loro pena in carcere tre dei cinque ragazzi che la sera del 21 gennaio scorso scagliarono una bici elettrica da una balaustra di lungo Po Cadorna, a Torino, colpendo lo studente palermitano di 23 anni Mauro Glorioso. Il giudice del Tribunale per i minori ha inflitto 9 anni e 6 mesi al più grande (ora maggiorenne ma diciassettenne all'epoca dei fatti), 9 anni e 4 mesi al quindicenne, 6 anni e 8 mesi alla ragazza. Sono accusati di tentato omicidio. Respinta la messa alla prova che era stata chiesta dai difensori Michele Ianniello e Domenico Peila, che avrebbe consentito di scontare la pena in una comunità, applicando uno speciale istituto giuridico riservato agli autori di reato under 18. Nei giorni scorsi il fratello del giovane ferito aveva pubblicato un video manifestando il suo timore per la possibilità che i responsabili tornassero libero prima ancora il 23enne potesse uscire dall'ospedale.

"Quella di oggi - ha commentato l'avvocato che assiste i Glorioso, Simona Grabbi - è una decisione equilibrata che dà soddisfazione alla presenza del dottor Glorioso, al termine di un processo che ha provocato ulteriore sofferenza alla famiglia. Ci auguriamo che possa far comprendere che da un gesto vacuo senza motivazione possono derivare danni alla collettività irreparabili e irreversibili". Visibilmente emozionato il padre di Mauro, che ha assistito alla lettura del dispositivo. "Mio figlio non mi verrà restituito com'era prima di quella sera, ma spero che da questa storia nasca qualcosa di positivo. Che queste baby gang si rendano conto che con la vita non si gioca, perché è un fenomeno troppo dilagante", ha dichiarato ai cronisti. Presenti anche i legali dei giovani accusati di tentato omicidio.

"Il giudice - ha commentato l'avvocato Ianniello che assiste il diciassettenne - ha confermato l'impianto accusatorio della Procura, ma naturalmente questa vicenda non si esaurisce qui. Per noi si tratta di lesioni gravissime, non di tentato omicidio". Il giudice ora ha 90 giorni per depositare le motivazioni della sentenza e solo allora i legali decideranno se appellare il verdetto. "Il mio assistito ha una famiglia attenta che lo segue, perciò potrebbero essere disposti i domiciliari che permetterebbero ugualmente di evitare il pericolo di reiterazione che la Procura adombra", ha aggiunto. Laconico commento del collega Domenico Peila: "E' stata inflitta una pena tristemente esemplare".

La procuratrice Emma Avezzù aveva ribadito il proprio "no" alla misura alternativa e chiesto 13 anni di carcere per il diciassettenne e 9 anni per il quindicenne e la ragazza. Per gli inquirenti, infatti, dalle risposte evasive dei tre giovani, così come dal comportamento tenuto dopo il gesto e immortalato dalle telecamere di sorveglianza, non sarebbero emersi segni di pentimento tali da giustificare una misura più leggera. 
In aula l'allora diciassettenne, oggi maggiorenne, ha letto una dichiarazione in cui si è rivolto direttamente a Mauro chiedendo scusa. Un gesto di resipiscenza tardiva che non ha convinto i familiari del ragazzo. "Le scuse si fanno de visu, invece arrivano il 7 settembre in un'aula di Tribunale, con una lettera al giudice", ha chiosato l'avvocato della famiglia. (Fonte: TorinoToday.it)

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