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Cronaca

Consigliere assunto dalla sorella ma pagato dal Comune, scatta la polemica

Protagonista della storia è Giovanni Geloso, consigliere comunale del Pd, per il quale è stata avanzata una richiesta di rimborso da circa 5 mila euro per il periodo compreso tra il 27 gennaio il 28 febbraio 2015. Robotti: "La legge lo consente, il proprio codice etico non dovrebbe"

Nonostante faccia il consigliere comunale è stato assunto dalla sorella nell’azienda di famiglia. E da qui nasce la richiesta all’Amministrazione di rimborso dello stipendio per le assenze registrate tra il 27 gennaio e il 28 febbraio 2015 alla Set srl, un'azienda che si occupa di sistemi elettrici tecnologici. Protagonista della storia è Giovanni Geloso (nella foto a destra), eletto nel 2012 tra le fila dell’Mpa, passato alla lista Amo Palermo di Marianna Caronia e approdato ad aprile scorso nel Pd. Una richiesta che ha dato il via a numerose polemiche e che potrebbe portare a ridiscutere la normativa.

A denunciare l’anomalia, nonostante si tratti di una pratica consentita dalla legge, è il vicepresidente dell’associazione Vivo Civile, Marcello Robotti: “Faccio i miei complimenti al consigliere comunale che, nonostante la crisi e i propri impegni istituzionali, ha trovato lavoro a gennaio a circa 5.000 euro al mese, così come si evince dalla determina dirigenziale. Sulla stessa determina è possibile leggere che l'amministratore unico della ditta è la sorella”. L’atto, il numero 124 del 23/6/2015, riporta tutti i riferimenti normativi del caso e le premesse necessarie per autorizzare il rimborso.

giovanni geloso-3“Si attesta - si legge nella determina - di aver acquisito agli atti e verificato lo statuto, l’atto costitutivo, la misura camera, la lettera di assunzione dell’amministratore, il contratto di lavoro e le relative buste paga”. Insomma, tutto regolare. E quindi il dirigente comunale, non rilevando alcun ostacolo amministrativo, ha disposto di liquidare e pagare gli oneri alla Set srl per le assenze di Giovanni Geloso per 4858,31 euro con un bonifico bancario. “La legge lo consente, il proprio codice etico non dovrebbe. Eppure - scrive Robotti - si continua a predicare bene ma a razzolare malissimo. Fin quando qualcuno se ne accorge”

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