La lite vicino al bar, il pugno e la morte dopo 50 giorni di coma: 12 anni all'aggressore
Nel 2017 Roberto Impellizzeri, camionista di 60 anni, venne aggredito a Bagheria. Cadde sbattendo la testa e morì dopo un lungo ricovero. A colpirlo Francesco Mineo, 46 anni, ora condannato in primo grado
Morì dopo cinquanta giorni di agonia in seguito a un pugno sferrato in pieno viso per una banale lite. Oggi il gup del Tribunale di Termini Imerese Claudio Emanuele Bencivinni ha condannato l'aggressore a 12 anni di carcere con l'accusa di omicidio preterintenzionale. Roberto Impellizzeri, camionista di 60 anni (foto in basso), era stato aggredito l'8 aprile 2017 da Francesco Mineo, 46 anni, per futili motivi davanti a un bar di Bagheria. In seguito al pugno ricevuto era caduto battendo violentemente la testa. Per un mese e mezzo era rimasto ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Civico. Il 29 maggio a causa delle gravi ferite riportate sulla testa l'uomo, padre di due figli, morì. L'accusa, rappresentata dal pm Annadomenica Gallucci, aveva chiesto 16 anni di carcere.
In base a quanto era stato riferito da alcuni testimoni, tesi avvalorata grazie a un video che aveva ripreso le fasi dell'aggressione a Impellizzeri, i due avrebbero avuto un'animata discussione, poi Francesco Mineo, 46 anni, avrebbe sferrato un pugno a Impellizzeri, poco dopo trasportato al Civico per la grave ferita alla testa. Il 46enne era stato rintracciato e arrestato dai carabinieri per lesioni personali aggravate, ma la sua posizione, dopo la morte della vittima, si era aggravata. L'imputato era difeso dall'avvocato Antonio Busuito e la parte civile, cioè i familiari della vittima, la moglie e i figli, erano difesi dagli avvocati Cinzia Di Vita e Filippo Gallina.
Impellizzeri era molto conosciuto a Bagheria. "Era un padre di famiglia - avevano raccontato gli amici dopo l'aggressione - una persona pacifica e gentile. Non riusciamo a credere a ciò che gli è successo, chi lo ha aggredito deve pagare per la sua morte". Oggi è arrivata la sentenza.