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"Notti clandestine" a Termini, Adriana Pannitteri presenta il suo ultimo libro

La giornalista del Tg1: "La televisione negli ultimi anni è cambiata, diventando più invasiva e forse molto più irrispettosa in alcuni casi"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Si è concluso il secondo appuntamento delle "Notti Clandestine" a Termini Imerese all'insegna della cronaca nera e della Sicilia. Ad aprire la serata la presentazione del libro "In nome del popolo televisivo. Da Cogne ai nostri giorni" (Vallecchi Firenze), di Valerio de Gioia e alla presenza della coautrice Adriana Pannitteri. A dialogare con il volto noto del Tg1 ,Roberto Tedesco, tra gli organizzatori della kermesse.

"I racconti di cronaca nera sono cambiati molto negli ultimi 25 anni perché è diventata dominante in tv forse anche in maniera eccessiva - ha commentato la giornalista romana -. In questo libro c'è, infatti, anche una nota critica rispetto all'uso e, forse, all'abuso che si fa della cronaca nera in televisione. E' cambiata un po' tutta la televisione negli ultimi anni. E' diventata più invasiva e forse molto più irrispettosa in alcuni casi. Nonostante i richiami dell'Ordine dei giornalisti o i riferimenti ad alcune carte, come quella di Treviso, fondamentali e indispensabili, forse qualche volta bisogna fermarsi a riflettere un po'. Mi chiedo - ha aggiunto la Pannitteri - se sia sempre necessario indugiare così tanto in alcuni aspetti macabri anche in orari forse non del tutto leciti e consentiti. Penso che sia necessaria anche una sorta di autoregolamentazione di chi cura i programmi, forse anche delle stesse aziende televisive, che dovrebbero qualche volta chiedersi se quel prodotto è veramente adeguato".

In seguito, è stato proiettato il film Cùntami (regia di Giovanna Taviani). Presente alla serata Vincenzo Pirrotta, tra i protagonisti del film. "E' stato importante partecipare a questa pellicola - ha commentato l'attore -. E' stato un piacere lavorare con grandi maestri come Mimmo Cuticchio e giovani raccontatori che hanno seguito e che si sono nutriti del suo magistero e che raccontano una Sicilia attraverso le loro storie e vicende personali. Tutto il film è intriso di tradizione ma anche di una bellezza che racconta la nostra terra e la racconta attraverso la poesia. Il momento più bello - ha concluso - è stato quello in cui sono andato nel mio paese di nascita, Partinico, e lì ho avuto modo di riappropriarmi, io che manco da lungo tempo, di alcuni luoghi a me molto cari e averlo fatto attraverso la poesia e attraverso questa metafora dei pupi è stata un'esperienza emozionante".

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