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Lunedì, 29 Aprile 2024
Tribunale

"Irregolarità per ottenere un mutuo da 20 milioni dalla Banca europea": a giudizio i vertici dell'Amap

Nuova grana per l'ex municipalizzata, dopo il processo per la cattiva gestione dei depuratori e lo sversamento di fanghi in mare. In questo caso l'azienda avrebbe intascato le somme senza avere i requisiti richiesti. Gli imputati sono il direttore Giacomo Ragonese e gli amministratori Alessandro Di Martino e Maria Concetta Prestigiacomo

Avrebbero ottenuto un mutuo da 20 milioni dalla Banca europea degli investimenti, pur sapendo che l'Amap non avrebbe avuto i requisiti necessari per avere quel prestito. Per questo, al termine dell'udienza preliminare, il gup ha deciso di rinviare a giudizio la stessa ex municipalizzata, il direttore generale Giacomo Ragonese, l'amministratore unico Alessandro Di Martino e il suo predecessore Maria Concetta Prestigiacomo, che era stata anche assessore nell'ultima Giunta di Leoluca Orlando. Il processo inizierà a giugno.

Il gip: "I vertici sapevano ma hanno taciuto"

E' un'ulteriore grana giudiziaria sia per l'azienda che per Di Martino e Prestigiacomo, che sono già stati rinviati a giudizio il mese scorso in seguito all'inchiesta dei carabinieri dalla quale sarebbero emerse irregolarità nella gestione dei depuratori di Palermo e della provincia con lo sversamento di fanghi inquinanti in mare. E proprio l'esistenza di questa inchiesta, con tanto di commissariamento giudiziale di un ramo di azienda, sarebbe una delle cose che l'Amap e i suoi vertici avrebbero dovuto comunicare nell'ambito della richiesta alla Bei per ottenere il mutuo da 20 milioni.

Il riesame dissequestra i 20 milioni

Secondo il gip Angela Lo Piparo che il 25 maggio dell'anno scorso, accogliendo le tesi della Procura europea, rappresentata dai sostituti Amelia Luise e Gery Ferrara, aveva disposto il sequestro della somma, gli imputati sarebbero stati a conoscenza di tutte le irregolarità e - nonostante le clausole del contratto per ottenere il prestito fossero chiare - si sarebbero ben guardati dal comunicare l'esistenza di quella indagine e, quando a maggio del 2021 era stato disposto il commissariamento giudiziale, avrebbero minimizzato con la Bei. Inoltre non avrebbero neppure rispettato le scadenze per comunicare gli Stati di avanzamento dei lavori (Sal).

Una "condotta fraudolenta e omissiva tenuta da Amap" che, "attraverso il mancato rispetto di una serie di obblighi di comunicazione prevista dal contratto - aveva scritto il gip Lo Piparo - e che avrebbero potuto indurre la Bei a dirottare altrove la concessione del mutuo a tasso agevolato", si sarebbe invece assicurata il finanziamento mirato alla produzione di acqua potabile e di trattamento delle acque reflue. Il blocco dei conti dell'ex municipalizzata, avvenuto al culmine delle indagini della guardia di finanza, aveva creato non pochi problemi anche per le sorti dei lavoratori e dei loro stipendi. Il tribunale del Riesame aveva poi disposto, a giugno scorso, il dissequestro. 

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