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Il governo Musumeci ribadisce il suo no ai rifiuti nucleari: "I siti sono inadeguati"

Dopo uno studio voluto dal presidente della Regione emerge che le aree individuate a livello nazionale per stoccare gli scarti radioattivi nell'Isola non sarebbero idonee: "Abbiamo mantenuto l'impegno, qui vogliamo accogliere soltanto turisti"

La Sicilia ribadisce il proprio no ad accogliere rifiuti radioattivi. Il governo Musumeci ha infatti accolto, con una delibera di Giunta, le conclusioni a cui è pervenuto il gruppo di lavoro istituito per elaborare le motivazioni contro la proposta del Governo centrale che aveva individuato nell'Isola 4 dei 67 siti di stoccaggio inseriti nella Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) nei territori di Petralia Sottana/Castellana Sicula, di Trapani, Calatafimi-Segesta e Butera.

"Anche questo importante impegno abbiamo mantenuto, entro i tempi richiesti da Roma. Con argomenti inoppugnabili dimostriamo come la Sicilia non possa e non debba essere inserita in alcun elenco di possibili siti. Ci candidiamo solo ad ospitare turisti, da qualsiasi parte provengano. Grazie al gruppo dei tecnici per l'impegno profuso ed all'assessore Toto Cordaro per la costante azione svolta, fino alla definizione del lavoro", ha dichiarato il presidente della Regione, Nello Musumeci.

"Il gruppo di studio voluto dal presidente Musumeci e da me presieduto - ha dichiarato l'assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro - ha concluso i suoi lavori: possiamo dunque affermare che i 4 siti individuati sono assolutamente inadeguati al deposito dei rifiuti radioattivi. La relazione ha messo in luce l'inadeguatezza delle infrastrutture per questo tipo di trasporti, l'elevata sismicità, il forte rischio geomorfologico, la poca distanza dai centri abitati. E ancora, il pericolo di inquinamento delle falde acquifere e il rischio per tutte quelle produzioni agricole che costituiscono il sistema Sicilia. Queste sono alcune delle ragioni emerse dalla relazione, grazie anche al contributo degli atenei siciliani e alla collaborazione dei sindaci, dell’Ingv e della commissione specialistica dell’assessorato".

"Chiusa la fase tecnico-scientifica e inviate le relazioni alla presidenza del Consiglio dei ministri - conclude Cordaro - inizia la seconda fase, quella della scelta politica: non permetteremo mai che la Sicilia diventi sede di discariche nucleari. Il governo Musumeci farà le barricate e adesso abbiamo motivi più che solidi che ci rendono fiduciosi per il raggiungimento dell'obiettivo".

Per quanto riguarda uno dei siti individuati in provincia di Palermo, quello di Castellana Sicula, per esempio, nella relazione si legge che vi sarebbero rischi legati a "dissesti non considerati nelle valutazioni preliminari svolte nella Cnapi", che "intervengono in modo significativo sulla definizione" di uno dei criteri, cioè quello che prevede che "sono da escludere le aree caratterizzate da rischio e/o pericolosità geomorfologica e/o idraulica di qualsiasi grado e le fasce fluviali", seppur non interessando direttamente l’area del sito ma interessando l’unica viabilità di accesso ad esso".

Molte amministrazioni locali, dicono dalla Regione, hanno espresso la loro approvazione per l'atto di indirizzo della Giunta regionale e la propria contrarietà allo stoccaggio dei rifiuti radioattivi con atti formali pervenuti all’assessorato regionale al Territorio e ambiente.

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