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Caso Tutino, l'autodifesa di Crocetta all'Ars: "Non lascio la Sicilia in mano agli sciacalli"

Il presidente della Regione parla davanti ai deputati a Sala D'Ercole: "Prima le riforme, non andrò via per un diktat partito da Roma. Non possono essere i falsi scoop a determinare le sorti di un governo, non siate complici dello sciacallaggio"

Il giorno della verità, quella di Crocetta, è arrivato. E’ un fiume in piena il Governatore mentre ripercorre, durante l’intervento di oggi all’Ars, lo scandalo delle intercettazioni secretate e rivelate in un articolo de L’Espresso. Nel calderone di questa vicenda, che aldilà di tutto segna una pagina nera della storia politica e dell’informazione in Sicilia, il Presidente mette tantissimi ingredienti: il tentativo di golpe, i silenzi della politica, gli ‘sciacalli’ che hanno approfittato della situazione per spazzarlo via dalla Regione invocando il voto anticipato e la storia infame dei poteri occulti e dei grossi gruppi di potere che vogliono riprendere in mano il malaffare. Tanti i dubbi e i misteri sui quali fare luce. Ma Crocetta di una cosa è certo: “Non mi dimetto. Non possono essere i falsi scoop a determinare le sorti di un governo. Abbiamo da definire alcune riforme urgenti per evitare il disastro della Regione. Poi sarà questo Parlamento a decidere le sorti della legislatura”.

L'ESILIO A TUSA - Dopo l’esilio volontario a Tusa e le febbrili ore di riflessione, Rosario Crocetta è tornato all’Ars per fare un quadro generale della situazione. “Ho vissuto in questi giorni - ha esordito - i momenti più terribili della mia vita. L'orrore per quella montagna di fango è stata amplificata dagli attacchi unilaterali di alcuni disinformati e di altri che opportunisticamente mettevano il dito nella piaga pensando che per ragioni politiche si potesse uccidere un uomo, attentare alle istituzioni democratiche di un Paese. Nell'immaginario collettivo il metodo Crocetta ha cominciato a superare il metodo Boffo". Per il Presidente ci sarebbe un chiaro disegno volto a destabilizzare il governo regionale e farlo fuori.

DIMISSIONI? RICERCA VERITA' - "Dopo lo sconforto, ho capito che il mio silenzio e la mie eventuali dimissioni si sarebbero potute interpretate come segno di ammissione di colpa, ho deciso riprendermi il diritto alla parola per contribuire alla ricerca della verità e mi sono messo a lavoro poiché questo è il ruolo di un uomo delle istituzioni, che non si può fare abbattere neppure davanti alle infamie più terribili e agli attacchi più violenti e strumentali. Mi sono rifiutato di offrire le mie carni in pasto a famelici e rapaci carnefici. Io sono certo che tutto questo passerà alla storia come una storia infame, la vicenda di poteri occulti che minacciano la democrazia e di una parte della politica che non riesce a difendere gli uomini delle istituzioni anche laddove essi non siano responsabili di fatti per quali li si accusa”.

FALSO SCOOP - Nel suo intervento Crocetta ha trovato spazio per parlare delle vicende saltate fuori negli ultimi giorni e non inerenti al presunto “falso scoop”, come le nomine fatte alla Sanità e concordate - ha dichiarato il Governatore - con l’ex assessore Lucia Borsellino: “Sono stati selezionati da una commissione composta da un magistrato, da un rappresentante dell'Agenas e da un professore della Normale di Pisa che ha selezionato una lista ristrettissima di poche decine di persone. La legge ci dava una possibilità ampia di scelta ed era parere persino del Parlamento di potere nominare scegliendo dentro una lista di centinaia di persone. Non l'abbiamo fatto. Le nomine definitive sono state il frutto di criteri molto rigidi e di un'istruttoria della segreteria tecnica dell'assessorato. Né io né la Borsellino abbiamo effettuato nomine sulla base di alcuna sollecitazione”.

LA FIGURA DI TUTINO - E su Matteo Tutino? “Lo vedevo ogni 15 giorni circa per accertamenti sanitari di routine. Saliva nello studio con la mia scorta. A casa mia esiste un sistema di videovigilanza - continua - collegato con la questura e i dati delle persone che vengono nella mia abitazione sono registrati dai militari. Nulla, dunque, del morboso gossip e del volgare e provinciale chiacchiericcio che circola può essere vero per il semplice fatto che la mia vita privata non esiste. Scopro dai giornali e da alcuni politici che il cerchio magico della sanità sarebbe costituito dal mio medico personale e da un suo amico”. Al termine dell’intervento arriva l’ennesima stoccata a Roma e a chi, starebbe studiando il modo di farlo fuori e tornare alle urne. “Solo il Parlamento - ha dichiarato Crocetta - può decidere di sciogliere anticipatamente la legislatura, non però cedendo alle pressioni mediatiche di coloro che hanno ordito questa congiura. Non mi dimetto poiché non sono un irresponsabile e non voglio lasciare decine di migliaia di lavoratori senza lavoro o senza salario. Non ci sto al massacro della Sicilia, alla campagna denigratoria architettata contro di me, non ci sto a chinare la testa difronte ai potenti di sempre".
 

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