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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Il Comune coi conti in rosso cerca soldi, stop a sconti ed agevolazioni sulla Tari? "Pronti alle barricate"

La proposta di delibera, già bocciata in commissione assieme ad altre misure per raddrizzare il bilancio, ha sollevato un vespaio. Renziani all'attacco con Chinnici e Faraone: "E' una vergogna, Orlando e una certa sinistra dei salotti parlano di povertà nei convegni e poi fanno altro". Randazzo (M5S): "Gli uffici ritirino l'atto o la Giunta dia l'alt"

Delle quattro misure presentate dall'ufficio Tributi per riequilibrare i disastrati conti del Comune, la delibera che prevede di cancellare esenzioni ed agevolazioni della Tari è senza dubbio quella che ha fatto più scalpore. 

Innanzitutto perché produrrebbe un risparmio per le casse di Palazzo delle Aquile inferiore a 250 mila euro e poi perché andrebbe a colpire una fascia di cittadini fragili: famiglie numerose, con disabili a carico o minori in affido, percettori dei buoni casa, sussidi straordinari e integrazioni all'affitto, anziani single o in coppia, giovani coppie, ma anche enti assegnatari di beni confiscati, commercianti vittime del racket, donne vittime di violenza di genere ecc...

La proposta che prevede di cancellare agevolazioni ed esenzioni (articolo 11 del regolamento Tari) è stata già bocciata dalla commissione Bilancio. Degli altri tre atti portati in commissione solo la cessione a terzi dei tributi ancora da riscuotere (compresi interessi e sanzioni) ha ricevuto parere favorevole. Disco rosso invece per le restanti due misure: fidejussioni a garanzia delle rateizzazioni per chi ha un debito superiore ai 5 mila euro e riattivazione del regolamento anti evasori (approvato dal Consiglio e sospeso per l'emergenza Covid), che imporrebbe la chiusura e il diniego delle autorizzazioni per le attività commerciali non in regola con i tributi. 

Per attuare il piano di riequilibrio, il Comune (in procedura di pre dissesto) è obbligato a migliorare la capacità di riscossione delle tasse, invertendo il trend rispetto all'ultimo decennio che ha fatto registrare 800 milioni di mancati introiti della Tari.
I 75 milioni promessi dal governo nazionale con un emendamento al collegato fiscale - ammesso che arrivino - risolveranno i problemi solo per l'anno corrente; per il resto l'ente dovrà trovare 70 milioni di euro a livello strutturale, dal momento che il bilancio da chiudere è pluriennale. 

Il segretario generale Antonio Le Donne, incaricato di seguire la procedura sul pre dissesto, ha chiesto ai dirigenti di dare una "sforbiciata" a tutto ciò che non è essenziale e obbligatorio. Gli uffici hanno risposto con questo primo "pacchetto" di misure per scongiurare lo spettro del default. I consiglieri (e non solo) sono già sulle barricate. Francesco Bertolino era stato il primo a dichiararsi nettamente contrario.

Un altro renziano, Dario Chinnici, ci ha messo il carico: "Quella di Orlando - ha detto il capogruppo di Italia Viva in Consiglio - è l'unica amministrazione comunale di sinistra, in tutta Italia, che in un momento di crisi colpisce i poveri e gli indigenti. La delibera è irricevibile: 245 mila euro, in un bilancio da centinaia di milioni, sono una goccia nel mare ma per tante famiglie possono invece rappresentare una mazzata. In Aula siamo pronti alle barricate: qualcuno continua a parlare a sproposito di tram forse per distogliere l'attenzione dalla macelleria sociale che sta attuando". 

Anche per Antonino Randazzo (M5S) togliere esenzioni e agevolazioni della Tari è "inconcepibile: non se ne parla parla proprio". "E' meglio - ha sottolineato - che gli uffici la ritirino o che la Giunta dia l'alt. In Consiglio non passerà mai e poi il gioco non vale la candela. Sugli altri atti proposti invece credo che una discussione vada fatta".  

Davide Faraone su questa proposta di delibera ci ha fatto pure un video: "E' un atto contro il buonsenso, una misura che colpisce gli ultimi, la prova provata che Orlando insieme ad una certa sinistra dei salotti, che parlano di povertà solo nei convegni ma poi fanno tutt’altro, alla fine, dopo aver portato la città ad indebitarsi sino al collo, tentano di far pagare il conto della loro incapacità ai palermitani, ed in particolare ai più fragili". Il presidente dei senatori di Italia Viva, che si è candidato a sindaco, è convinto che il provvedimento non passerà. "Fortunatamente questa Giunta è minoranza in Consiglio e questa delibera della vergogna verrà bocciata". 

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