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Rottura Grillo-Conte, bufera nel M5S: Cancelleri e Varrica verso l'addio, Trizzino più cauto

Dopo la spaccatura tra il garante del Movimento e l'ex premier, ecco chi è pronto a lasciare i grillini. Il sottosegretario: "Non sono d'accordo con Beppe, valuterò mia permanenza". Il deputato palermitano: "Non resterò solo per garantirmi un secondo mandato". Per Giampiero Trizzino, candidato a sindaco, bisogna "restituire la parola agli attivisti"

La rottura tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte si riverbera anche a livello locale, con esponenti politici di spicco pronti a dire addio ai pentastellati. In Sicilia il nome più eclatante è quello del sottosegretario alle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, già candidato alla presidenza della Regione, che pende dalla parte di Conte e non esclude - in caso di scissione - l'adesione ad uno schieramento politico riconducibile all'ex premier.  

"Non non sono assolutamente d’accordo con Beppe - ha scritto Cancelleri su Facebook - perché si è persa una grande occasione che mi sollecita ad ulteriori riflessioni. Manterrò le mie funzioni per il tempo utile a consentire gli adempimenti necessari allo svolgimento delle prossime consultazioni, dopodiché rassegnerò le mie dimissioni dal Comitato di Garanzia. Ovviamente in queste ore è d’obbligo pure una valutazione sulla mia permanenza all’interno del Movimento 5 stelle, ho contribuito assieme a tanti alla nascita di questo progetto nel quale oggi trovo difficolta a riconoscermi. Senza voler polemizzare con Beppe, se non siamo pronti a cambiare idea vuol dire che non siamo pronti a cambiare nulla e in questo quadro di cose la mia permanenza è esclusa. Sto valutando il mio impegno all’interno del M5S e analizzando ciò che è accaduto, oggi non ci sono più le condizioni per potere coniugare la realtà del M5S e Giuseppe Conte finendo in un vicolo cieco e con l’unica prospettiva di un ritorno al passato ormai davvero anacronistico".

Tra i big palermitani pronti a lasciare i grillini, spicca il nome del deputato nazionale Adriano Varrica: "Intendo servire il Paese con entusiasmo e convinzione, come mi sono impegnato a fare nel 2018. Se queste condizioni non dovessero verificarsi, non potrei restare dentro al Movimento solo per provare a garantirmi un secondo mandato e altri 5 anni in Parlamento ma mi sentirei in dovere di trarre le dovute conclusioni".

Varrica, che ha messo nero su bianco queste parole su Facebook, torna sul sostegno a Conte: "L'ho sostenuto con orgoglio come presidente del Consiglio" ed ho registrato "l'entusiasmo di tanti cittadini con la prospettiva di un Movimento 5 stelle guidato da Giuseppe Conte. Questo percorso è stato bruscamente interrotto con un post di Beppe Grillo che invece era apparso lungimirante e generoso nel chiedere lo scorso febbraio allo stesso Conte di farsi carico del rilancio della forza politica italiana più innovativa della storia recente. Venendo meno questa prospettiva, avrei difficoltà a pensare di poter risultare utile ad un Movimento che correrebbe il rischio di tornare indietro di parecchi anni". Con l'ex premier anche il consigliere comunale Antonino Randazzo, che dice "E' il momento di guardare avanti (mai indietro) insieme a Giuseppe Conte".

Più cauti alcuni deputati all’Ars, pur non risparmiando critiche a Grillo. Per Luigi Sunseri, uno dei papabili candidati alle presidenza della Regione, "non bisogna stare né con Conte né con Grillo ma lavorare per gli ideali del Movimento". Mentre Giampiero Trizzino, candidato a sindaco di Palermo, è convinto della necessità di "restituire la parola agli attivisti".

Il meccanismo interno che dovrebbe portare il Movimento ad un nuovo assetto lo ha già fatto scattare Beppe Grillo: il fondatore e garante del M5S, dopo aver sbattuto la porta in faccia a Conte, ha chiesto il voto "entro 24 ore" sulla piattaforma Rousseau per eleggere il direttorio che comporrà la leadership collegiale. Una decisione che ha gettato nel caos i parlamentari pentastellati. La scissione è all'orizzonte, intanto si andrà alla conta.

  

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