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Miccichè attacca Fratelli d'Italia: "Vogliono ammazzare Berlusconi"

Chiuso il caso Ronzulli, il centrodestra andrà unito al Quirinale per le consultazioni. La premier in pectore vuole mettere in piedi quanto prima la squadra dei ministri, ma per fare in fretta ha necessità di una Fi integra, e non di una polveriera. Ma il senatore palermitano va giù duro

"Da Fratelli d'Italia cercheranno di prendersi uno a uno i parlamentari per ammazzare definitivamente Berlusconi". E' il duro attacco sganciato da Gianfranco Miccichè. Che arriva in un giorno assai delicato, perché è stato fissato proprio per il pomeriggio di oggi l'incontro fra la leader Fdi e premier in pectore Giorgia Meloni e il leader Fi Silvio Berlusconi: un incontro chiarificatore  per ricucire lo strappo consumato sul no a Licia Ronzulli nel governo opposto da Meloni a Berlusconi, cui ha fatto seguito il mancato sostegno nell'urna di Forza Italia al neo presidente Fdi del Senato Ignazio La Russa, l'appunto più o meno pubblico di epiteti stroncanti di Berlusconi su Meloni, la sua replica a favor di telecamere "non sono ricattabile". Tutto rientrato, almeno pare.

Governo Meloni: Berlusconi accetta il no a Ronzulli ministro

A lavorare alla ricucitura indefessi per tutto il fine settimana sono stati i pesi massimi del centrodestra. Dallo stesso presidente del Senato Ignazio La Russa a Guido Crosetto sul fronte Meloni, che hanno portato a casa la richiesta "tassativa" della premier in pectore che fosse Berlusconi ad andare da lei e non viveversa, escludendo anche campi neutri come il Parlamento, gruppi Fdi o Fi di Camera o Senato inclusi.

Lato Forza Italia, da Gianni Letta ad Antonio Tajani e Fedele Confalonieri hanno agito per convincere Berlusconi a compiere il passo e accettare le condizioni della premier in pectore. Un weekend di trattative ininterrotte fra Meloni, Salvini e Berlusconi e lo stato maggiore Fi ad Arcore che, secondo indiscrezioni non confermate, non avrebbero visti estranei gli stessi figli di Berlusconi, Marina e Piersilvio in testa. Fino a suscitare protesta pubblica del Pd che ha chiesto a Meloni di rendere pubblico se vero e su quali temi si sarebbe confrontata con i figli di Berlusconi, oggi al vertice delle aziende di famiglia.

Domenica Matteo Salvini, nell'inedito ruolo di mediatore, è stato in contatto con gli alleati. Lo riferiscono fonti del Carroccio, sottolineando che "la Lega guarda con estremo ottimismo all`annunciato incontro tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi". "L'obiettivo comune di tutto il centrodestra - sottolinea la Lega - deve essere quello di rispondere alle aspettative degli italiani, con buonsenso, responsabilità e serietà". Il Carroccio, a fronte di una Forza Italia che naviga a vista, se la ride: può fare il pieno di ministeri di peso.

Il colloquio dovrebbe tenersi nel tardo pomeriggio, forse in via della Scrofa. E in questo caso, sarebbe la prima volta per il leader azzurro, che fino ad ora, almeno a memoria dei cronisti parlamentari, non ha ancora varcato il portone di quella che è stata la sede storica di An, diventata poi quartier generale di Fratelli d'Italia. Fino ad ora i vertici di centrodestra si sono tenuti per lo più in a casa Berlusconi (da villa La Certosa in Sardegna a palazzo Grazioli prima e Villa Grande ora, a Roma).

Centrodestra unito al Quirinale per le consultazioni

"Trovo che lo spettacolo che sta dando Berlusconi sia abbastanza orripilante, cioé l'idea che tu chiedi i ministeri che ti servono, che metti una cosa per cui o c'è la Ronzulli o molli". Lo ha detto il leader di azione, Carlo Calenda, parlando delle fibrillazioni nella maggioranza per la formazione del nuovo governo. "Questo spettacolo per cui siamo tutti appesi alla Ronzulli che vuole fare il ministro è normale?", ha aggiunto.

La stessa Ronzulli ieri sera ha poi chiuso il caso, o qualcosa del genere. "Il mio caso non è mai esistito o non esiste più", dice l'esponente azzurra, che Meloni non ha voluti nella lista dei ministri: "L’Italia ha bisogno di un governo al più presto, con una squadra di alto profilo sostenuta da una coalizione unita", confermando che "il centrodestra si presenterà unito al Colle per proporre al Presidente della Repubblica di conferire l’incarico all’onorevole Meloni, che ha il diritto dovere di portare il Paese fuori dalla crisi". Caso chiuso, almeno per un po'.

Nella lista che ha in mente Meloni le quattro caselle minsteriali che spettano ai forzisti sarebbero gli Esteri ad Antonio Tajani, la Pubblica amministrazione a Maria Elisabetta Casellati, Anna Maria Bernini all’Istruzione e Gilberto Pichetto Fratin alla Transizione ecologica. Il tentativo di Berlusconi sarà quello di insistere sulla Giustizia, e non è detto che la premier in pectore non ceda. Tutti gli altri dicasteri andrebbero a Fratelli d'Italia e Lega.

Micciché: "Meloni ha deciso di fare fuori Berlusconi"

L'obiettivo di Meloni resta lo stesso: dopo essere riusciti a eleggere subito i presidenti di Senato e Camera bisogna correre e procedere spediti anche sul resto, mettendo in piedi quanto prima la squadra di governo. Ma per fare in fretta ha necessità di una Forza Italia integra, non di una polveriera sempre più divisa tra l'ala Ronzulli (che resterà senz'altro fuori dal governo) da una parte e quella molto più soft di Antonio Tajani dall'altra. L'aspro confronto interno tra “ronzulliani” e “antironzulliani” rischia di minare la vita di un partito legato ad un capo di ormai 86 anni: una eventuale scissione o un esodo verso altri lidi sarebbero elementi di rottura per gli equilibri attuali della maggioranza uscita dalle urne. 

Se nel futuro, più o meno prossimo, una quota di parlamentari azzurri finisse tra le fila di Matteo Renzi e Carlo Calenda, ad esempio, la maggioranza sarebbe numericamente più debole. E non stiamo parlando di esodi di massa. Se solo cinque senatori (alla Camera i numeri sono invece molto più "tranquilli") lasciassero Forza Italia verso Italia Viva o Azione, traballerebbero le fondamenta su cui poggia il prossimo esecutivo. Diverso il discorso se succedesse quello che il senatore palermitano e berlusconiano Gianfranco Micciché ventila oggi in una intervista alla Stampa. Secondo lui quello che accadrà è che da Fratelli d'Italia "cercheranno di prendersi uno a uno i parlamentari per ammazzare definitivamente Berlusconi". Meloni "ha deciso di fare fuori Berlusconi", continua l'ex ministro forzista, "sta giocando a dividere Forza Italia", "sta chiamando i dirigenti di Forza Italia invece che i leader. Una cosa scorretta".

Nonostante queste bordate, Miccichè assicura che voterà la fiducia al governo. L'esecutivo partirà, anche se con titubanze che non erano preventivabili la sera del 25 settembre, quando dalle urne era uscita la maggioranza più ampia (e più solida, o almeno così sembrava) della storia recente.

fonte Today.it

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