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Palermo, quanto mi costi: da due anni inflazione maggiore rispetto al resto d’Italia

Da febbraio 2020 a febbraio 2022, l'indice dei prezzi al consumo si è mantenuto costantemente su livelli più alti rispetto a quelli della media nazionale. L'economista:
 "Ciò non significa che qui i prodotti siano più costosi rispetto al Paese, ma che ci sono stati aumenti più marcati. E' un fenomeno da tenere sotto osservazione anche per gli effetti della guerra"

Palermo città dove per vivere si spende meno rispetto alle altre metropoli italiane? Il mito sembra essere in parte sfatato a guardare l’ultimo report sui prezzi al consumo reso noto dall’ufficio Statistica del Comune basato su dati Istat. Nel capoluogo siciliano, infatti, l’inflazione ha fatto segnare un aumento del 6,9% in un anno, tra febbraio 2021 e febbraio 2022, quella nazionale un +5,7%, Il dossier fotografa i recenti rincari di inizio 2022 di cui un po’ tutte le famiglie si sono accorte non solo con le bollette da capogiro, ma magari anche acquistando il pane o pagando un caffè 10-20 centesimi in più. Dilatando i tempi dell’analisi, colpisce inoltre una tendenza che ormai va avanti dall’inizio della pandemia. Negli ultimi due anni, infatti, a Palermo l’inflazione, rispetto all’anno precedente, è cresciuta sempre di più rispetto alla media italiana. "Ciò non vuol dire che a Palermo i prezzi siano più alti, ma che la città, come molte altre del Sud, a causa del consumo più concentrato su alcuni beni primari, si pensi al pane e alla pasta, sta assistendo a una spinta inflattiva maggiore rispetto a quella del resto del Paese", spiega Gioacchino Fazio, docente di Scienze economiche, aziendali e statistiche dell’Università di Palermo.

L'inflazione da febbraio 2020 a febbraio 2022

"Nei 24 mesi in esame - si legge nel report dell’ufficio Statistica del Comune - a Palermo il tasso d’inflazione, pari a 0,5% a febbraio 2020, ha inizialmente mostrato un timido trend crescente, fino a raggiungere il valore di +1,0% ad aprile 2020, per poi invertire il trend fino a scendere in territorio negativo a giugno e raggiungere -0,4% ad agosto 2020. Da settembre 2020 l’indice ha intrapreso un trend decisamente crescente, che negli ultimi mesi ha portato il tasso d’inflazione a superare il 5% il mese scorso e a sfiorare il 7% questo mese". Il tasso di inflazione, calcolato invece sulla media italiana, si è mantenuto sotto il segno meno fino a dicembre 2020, iniziando la risalita da gennaio 2021. In questi due anni, però, soltanto ad aprile 2021, l’inflazione nazionale è salita di più rispetto a quella di Palermo.

inflazione palermo italia febbraio 2022-2

Gli aumenti prodotto per prodotto

Spulciando tra i dati emerge che fra i prodotti che a Palermo registrano un aumento maggiore in un anno ci sono oli e grassi (+14,3%), vegetali (+12,1%) e pane e cereali (+5,7%). Il caffè è a +4,1%. Se si guarda ai servizi salta all’occhio il +86,1% per l’energia elettrica, seguito dal +46,9% per il gas e il +17,9% per il gasolio per riscaldamento. Sul fronte dei trasporti segna un +21,3 il prezzo dei carburanti.

I prodotti e servizi in calo

In questa ondata di aumenti in città, c’è anche qualche prodotto o servizio che va controcorrente, facendo segnare ribassi rispetto all’anno precedente. E’ il caso dei vini (-0,7%), delle scarpe (-2,8%), dei prodotti farmaceutici (-0,6%), dei servizi di trasporto su rotaia (-12%), degli apparecchi telefonici (-11,1%), delle assicurazioni sui mezzi di trasporto (-0,4%).

L'economista: "Occhio agli ulteriori aumenti a causa degli effetti della guerra"

"Palermo nell’ultimo anno - spiega Fazio - sembra abbia manifestato una maggiore tensione inflattiva rispetto al resto d’Italia, non tanto nella composizione del paniere, ma nella differenziazione del consumo. Palermo ha infatti un consumo prevalente di beni di prima necessità, prodotti di acquisto più frequente, consumiamo più farine rispetto al Nord. E si tratta di prodotti che hanno avuto una crescita sia nei consumi, sia nei costi". Secondo Fazio si tratta di un "fenomeno da porre sotto osservazione soprattutto perché si potrebbero registrare ulteriori aumenti a causa degli effetti della guerra".
 

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