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Il report

Imprese e consumi prima e dopo il Covid, Palermo è la terza città con la perdita minore

E' quanto emerge dall'analisi dell'Osservatorio Confimprese-EY che mette a confronto i dati di marzo 2022 con quelli di marzo 2019. Il capoluogo siciliano fa segnare un -6,2%, meglio solo Napoli (+35,4%) e Milano (-4,6%)

L’Osservatorio Confimprese-EY sui consumi di mercato analizza i dati di marzo 2022 sullo stesso mese del 2019, anno pre-pandemia, e mostra dati ancora negativi con un totale mercato che si assesta a -19,3%. Ma Palermo rispetto alle altre realtà italiane fa registrare una perdita meno cospicua in punti percentuali. Guardando ai numeri delle principali città, infatti, Napoli fa segnare un +35,4%, posizionandosi come l’unica città con segno positivo: un valore reso possibile anche grazie all’apertura di nuovi punti vendita, che non erano presenti in città nel 2019. A seguire solo segni negativi: Milano -4,6%, Palermo -6,2%, Genova -6,8% e Roma -12,6%.  I valori peggiori si registrano invece a Venezia -35,8%, Bologna -34,0%, Firenze -28,6%, Torino -27,6% e Verona -21,7%.

I dati italiani per settore

A livello italiano, nei settori merceologici il settore abbigliamento-accessori registra una flessione nel mese pari a -31,3%. È il comparto che soffre di più e che non mostra al momento segni di recupero con una chiara evidenza dell’orientamento dei consumatori che, dopo due anni di pandemia, prediligono ora i consumi fuori casa, con la ristorazione in recupero relativo a -8,7%. 

Peggiora, di contro, il retail non food, che chiude marzo 2022 a -8,7%, in controtendenza rispetto alle performance dei mesi precedenti. Dopo la corsa agli acquisti dovuta al perdurare della pandemia, che ha contributo a mutare le abitudini di acquisto degli italiani orientati, durante i mesi di lockdown, a una maggiore cura degli spazi domestici e a un utilizzo più frequente dei canali digitali per gli acquisti, le ultime indicazioni di mercato segnalano invece una battuta d’arresto del comparto. 

Quanto ai settori merceologici, anche il primo trimestre marzo 2022 vs marzo 2019 mostra risultati analoghi a quelli rilevati nel mese con un costante peggioramento di abbigliamento-accessori fermi a -30,9%, la ristorazione a -8,5% e il retail non food che conferma il riallineamento con i livelli pre-pandemia e raggiunge la parità a +0,7%.

Nei canali di vendita i peggiori trend si rilevano in outlet -28,4% e high street -27%, seguiti dai centri commerciali -25,8%. A sorpresa il travel, dopo due anni di crisi, recupera punti percentuali e chiude il mese a -18,6%. Un segno, quest’ultimo, da ricondurre al desiderio di un ritorno alla normalità da parte degli italiani. Continua, di contro, il buon andamento dello shopping di prossimità (aree periferiche delle metropoli e cittadine di provincia) che, con -7,9%, conferma le mutate abitudini di acquisto dei consumatori e fa pensare a un trend ormai consolidato anche per il futuro. 

I dati per regione

L’analisi delle regioni tra marzo 2022 e marzo 2019 presenta valori negativi in tutte le regioni prese in esame, in particolare, i trend più negativi si rilevano per il Veneto -31,9%, Marche -28,9%, Piemonte -27,8% e Trentino-Alto Adige -27,6%. Aumentano però le regioni che riescono a rimanere sotto i dieci punti percentuali tra cui Campania -2,7%, regione con il trend migliore, Abruzzo -6,3%, Calabria -6,6%, Puglia -8,2% e Sicilia -9,6%. Segue, poco distante, la Liguria -10,5%. Le altre regioni faticano a tornare ai livelli pre-pandemia con Lazio -11,4%, Sardegna -12,8%, Lombardia -17,5%, Toscana -24,7%, Friuli-Venezia Giulia -25,8%, Umbria -26,4% ed Emilia-Romagna -26,9%.
 

I dati per provincia

Confrontando il mese di marzo 2022 con marzo 2019, la provincia di Napoli registra un trend stabile (0%), seguita da Caserta a -1%, Genova e Catania a -7%, Palermo -8% e la provincia di Roma a -11%. I valori più bassi si registrano invece nella provincia di Padova a -37%, la provincia con il trend più negativo, seguita da Bologna -34%, Torino -32% e Venezia -31%. Con valori intermedi troviamo le province di Milano e Bari a -13%, Bergamo, Brescia e Varese rispettivamente a -14%. Poco distanti le province di Novara -17%, Monza e Brianza -19%, Verona -24%, Firenze -25% e Udine -28%. 

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