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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Santa Flavia

Erano in vendita sul web a 500 euro, anfore millenarie restituite al Parco di Solunto

Dopo il ritrovamento sono state denunciate quattro persone che fanno parte dello stesso nucleo familiare e abitano nell’immobile a Santa Flavia, nella zona di Capo Zafferano, in cui sono stati sequestrati i reperti

Sono stati trovati in una mega villa nella zona di Capo Zafferano ma adesso saranno portati in un posto dove potranno essere esposti e ammirati da tutti: al Museo archeologico di Solunto. Questa mattina i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale hanno riconsegnato a Stefano Zangara, direttore del parco archeologico Himera, Solunto e Monte Jato, quattro anfore e un altro reperto in terracotta, databili fra il secondo secolo avanti Cristo e l’undicesimo secolo dopo Cristo. Dopo il ritrovamento sono state denunciate quattro persone che fanno parte dello stesso nucleo familiare e abitano nell’immobile a Santa Flavia in cui sono stati sequestrati i reperti.

Le indagini del nucleo comandato dal maggiore Gianluigi Marmora e coordinate dalla Procura di Termini Imerese si sono concentrate su alcuni annunci trovati su internet dai militari che scandagliano la profondità del web tra case d’asta, annunci privati e agenzie specializzate nella compravendita di opere d’arte. Dopo i primi sospetti gli investigatori hanno chiesto e ottenuto una consulenza, affidata a un archeologo, che ha certificato il valore archeologico dei manufatti. Sulla scorta di queste valutazioni è stato eseguito un decreto di perquisizione, alla fine del 2020, che ha consentito di trovare e sequestrare le anfore e un elemento cilindrico fittile.

Le quattro anfore e il quinto reperto in terracotta, messi in vendita con prezzi che vanno dai 500 ai mille euro, sono stati affidati poi a uno specialista per trovare conferme sulla datazione e la provenienza. “Bisogna sempre stare attenti - spiega a PalermoToday il maggiore Marmora - quando si decide di effettuare acquisti del genere. E’ bene, prima di definire la compravendita, chiedere e analizzare la certificazione per non incappare in problemi di questo genere e per i quali si risponde penalmente del reato di ricettazione. Va sottolineato che le anfore non sono vendibili. Il loro ritrovamento o possesso va denunciato immediatamente alla Soprintendenza competente per territorio”.

“La restituzione dei reperti archeologici alla Regione è un importante segnale dell’attività di costante vigilanza e tutela che il Nucleo di tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri svolge nei confronti dei nostri beni. E’ un atto - sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà - che manifesta concretamente quella tensione morale e quell’attenzione con cui va protetto il nostro patrimonio culturale. Neni che appartengono a tutti noi in quanto esprimono la nostra storia e il nostro passato, permettendoci di ricostruire il grande mosaico della millenaria storia della nostra Isola”.

Sul sito www.carabinieri.it, nelle pagine dedicate al Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, sono pubblicati i consigli su come comportarsi nel caso in cui ci si imbattesse in beni archeologici di qualunque genere.

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