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Cronaca Partinico

Carte false e bilanci ritoccati per ottenere il bonus Covid, denunciati tre imprenditori

Sotto la lente le società di due costruttori di Cinisi e Borgetto e una boutique per spose di Partinico. Il contributo previsto dal "decreto rilancio" era riservato a chi, a causa delle restrizioni dovute al lockdown di aprile 2020, aveva registrato un calo del fatturato rispetto all'anno precedente

Avrebbero "spostato" fatture e pagamenti o ritoccato qualche voce nei bilanci per chiedere e ottenere il bonus Covid destinato alle imprese nell’immediato post lockdown. I finanzieri hanno denunciato per indebita percezione di contributi ai danni dello Stato tre imprenditori titolari, rispettivamente, di una società di costruzioni di Cinisi, di una ditta dello stesso settore di Borgetto e di una boutique di abiti per spose di Partinico.

Il contributo a fondo perduto era previsto nel "decreto rilancio" per le piccole imprese che, nel mese di aprile 2020, a seguito delle restrizioni imposte dall'emergenza epidemiologica, hanno dovuto far fronte ad una significativa contrazione del fatturato - pari ad almeno due terzi - rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dagli accertamenti eseguiti dalle fiamme gialle sui bilanci di alcune società sono emerse delle anomalie che avrebbero consentito di percepire il bonus a chi non ne avrebbe avuto diritto.

"In particolare - si legge in una nota - è stato accertato che il legale rappresentante di una società di Cinisi, operante nel settore delle costruzioni, ha contabilizzato ad aprile 2019 una fattura per la compravendita di un lotto di terreno edificabile che, invece, da atto notarile, è risultata essere stata effettuata e saldata nel mese precedente. Un secondo soggetto, titolare di una ditta di costruzioni di Borgetto, ha erroneamente contabilizzato due fatture per cessioni di beni strumentali che invece sono risultate essere state regolarizzate con ‘pagamenti in compensazione’ di beni strumentali acquistati in leasing nel 2018 che, pertanto, andavano contabilizzate in quell’annualità. La parte ha inoltre esibito ai militari operanti, un documento di trasporto datato in epoca successiva e pertanto palesemente falso".

Il terzo caso è quello del titolare di una boutique per abiti da sposa di Partinico. "A seguito di un accurato controllo fiscale è stato ricostruito il reale volume d’affari del mese di aprile 2019 accertando che, nel periodo considerato, aveva contabilizzato cessioni di beni effettuate nel mese precedente. Ciò ha comportato - aggiungono gli investigatori della Compagnia di Partinico - una differenza di imponibile, rispetto a quanto dichiarato all’atto della richiesta del contributo di oltre 58 mila euro".

In tutti i tre casi sarebbe quindi venuto meno uno dei criteri previsti per l’erogazione del contributo, ovvero quello di aver avuto una contrazione del fatturato di oltre i due terzi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. "Per tale motivo - si conclude la note - gli illeciti percettori sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Palermo per il reato di indebita percezione di contributi ai danni dello Stato (in un caso anche per il reato di falso in atto pubblico) nonché segnalati all’Agenzia delle Entrate per il recupero delle somme".

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