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Cronaca Montepellegrino / Via Pietro Bonanno

Acchianata tra devozione e proteste, sit in degli edili dalla Santuzza

Tanti i palermitani accorsi per l'appuntamento religioso con la Santuzza. E mentre i più salivano, cinquanta operai edili delle facevano la "scinnuta", con tute ed elmetti in testa. Ceraulo (Fillea Cgil): "Chiediamo che il Comune rispetti il protocollo per i futuri cantieri"

Mentre i palermitani salivano con il cuore in mano per invocare l'intercessione della Santuzza, gli operai edili scendevano con tuta ed elmetto in testa. "Acchianata" tra devozione e proteste quella di oggi a Monte Pellegrino, dove i cittadini si sono recati per rendere omaggio alla Santuzza. Ma durante l'ascesa al Santuario, i fedeli si sono imbattuti negli edili disoccupati di Fillea, Filca e Feneal, che manifestavano per lanciare un appello alle istituzioni, chiedendo il rispetto del protocollo d'intesa siglato con il Comune". E non è mancata anche qualche "curioso" retroscena, come quello raccontato da un lettore di PalermoToday, Gaspare Camarrone, alla cui sorella è stato chiesto di pagare per potere usufruire dei bagni.

Come ogni anno i tanti fedeli accorsi per il tradizionale appuntamento religioso, dopo la faticosa acchianata che dalla scala vecchia conduce al Santuario, si sono rivolti a Santa Rosalia per chiedere la "grazia", per la salute dei propri cari o per far cessare le guerre, per continuare a credere in un futuro più roseo per la città o per sperare di trovare un lavoro. E proprio mentre i palermitani salivano, un gruppo di lavoratori del settore edile scendeva in segno di protesta, con tuta ed elmetto sul capo: "Abbiamo ricevuto la solidarietà di tantissimi pellegrini che salivano verso il Santuario, stupiti che un gruppo di 50 operai scendesse per il sentiero",  racconta il rappresentante della Fillea Cgil Piero Ceraulo.

L'iniziativa è stata promossa assieme a Paolo D'Anca della Filca Cisl e ad Ignazio Baudo della Uilca Uil. "Alle 8 del mattino il raduno degli edili davanti alle porte del Santuario era già in atto - si legge in una nota -. Il presidio è stato poi sciolto per dare corso alla discesa. "Abbiamo spiegato, anche alla Digos, che credeva fossimo lì per un presidio permanente, il senso provocatorio del nostro percorso al contrario - prosegue Ceraulo -, per lanciare il messaggio che aspettiamo con speranza l’apertura dei prossimi cantieri a Palermo, nell’auspicio di nuove prospettive occupazionali. Chiediamo al Comune e alle stazioni appaltanti - conclude - l’applicazione del protocollo siglato tra le parti, che riserva una quota del 30% per fare spazio ai disoccupati palermitani. Protocollo che finora non ha prodotto nessun risultato".

Tra devozione e proteste si è verificato anche un caso bizzarro. Ai fedeli impegnati nell'acchianata è capitato anche di dovere andare in bagno. Purtroppo a pagamento. "Mia sorella è andata ieri sera al Santuario con alcuni suoi amici - spiega Gaspare Camarrone - e mi ha raccontato che qualcuno, all'ingresso dei servizi, gli ha chiesto un euro per poterne usufruire. Così hanno chiamato le forze dell'ordine ed è intervenuta una pattuglia. Poi è venuto fuori che si trattava di un contributo che avrebbero chiesto direttamente i volontari e che dunque non era obbligatorio".

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