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Donne sole in sala parto per colpa del virus: "Permettete a mamme e papà di essere insieme"

E' l'appello che le partecipanti del corso pre-parto dell’Istituto di Fisiochinesiterapia Candia e l'istruttrice Anna Romano rivolgono alla Regione: "In un mondo così strano e dolorosamente provato da questa emergenza possano almeno nascere bambini e genitori insieme"

"In questo mondo, così strano e dolorosamente provato da questa emergenza, possano almeno nascere bambini e genitori insieme. Si adottino protocolli di sicurezza atti a permettere, nella tutela dei neonati, delle partorienti, dei loro accompagnatori e dell’intero personale sanitario presente nelle strutture, adun accompagnatore o accompagnatrice (che può essere il padre, come anche un’altra figura di fiducia della partoriente) di assistere le madri durante il travaglio e che garantiscano la presenza di entrambi nelle sale parto di tutti i punti nascita siciliani, siano essi ospedali Covid o meno". E' l'appello che le partecipanti del corso pre-parto dell’Istituto di Fisiochinesiterapia Candia, con l'istruttrice Anna Romano e i futuri papà, rivolgono al presidente della Regione Nello Musumeci, all'assessore alla Salute, Ruggero Razza, al presidente della commissione Salute dell’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo.

La pandemia Covid-19 ha modificato profondamente i protocolli sanitari e neppure il "mondo" delle partorienti è stato risparmiato. Al contrario. Chi mette al mondo una nuova vita non può avere, per ragioni di sicurezza, un affetto accanto. Non c'è, al momento, la possibilità di avere qualcuno al proprio fianco in sala parto a eccezione del personale sanitario. 

"La donna  - si legge nella lettera - si ritrova in ospedale, in un luogo non familiare, circondata da persone sconosciute a cui si affida completamente. Sono i medici, le ostetriche, gli infermieri. L’intera equipe di professionisti che, per quanto possa essere competente, non potrà mai sostituire il sostegno di un familiare caro alla madre. E non potrà mai sostituire il diritto del padre di partecipare al parto. Per molte donne, in questo difficile momento di emergenza sanitaria, si nasce come mamme in solitudine. Il bambino che viene al mondo e che ha la fortuna di avere un papà pronto ad accoglierlo tra le sue braccia, al pari della mamma, si ritrova con un 'genitore a metàì al momento della sua nascita. Il papà non c’è. Resta fuori dalla struttura, al massimo contattato in videochiamata negli istanti della nascita. Il tablet o il cellulare che viene consegnato dalla struttura ospedaliera non è una alternativa alla presenza del padre. Un abbraccio virtuale non potrà mai sostituire un vero abbraccio e questo non dobbiamo mai dimenticarlo. E in questo contesto, la presenza reale del padre ha un peso così grande da non poterlo sottovalutare".

"Per molte future mamme - scrivono le dirette interessate citando poi le strutture in cui ai padri è permesso essere presenti e il parere dell' Istituto Superiore della Sanità in merito all'importanza di una presenza "amica" - il pensiero di partorire senza il padre del bambino o senza quella figura che fino a quel momento ha condiviso l’intera gravidanza come parte integrante e come sostegno psicologico, spaventa forse anche più del parto stesso. Un pensiero che oscura la serenità con la quale la donna dovrebbe cercare di arrivare a quel momento così delicato. Tutte le scriventi, future mamme, siamo perfettamente coscienti della gravità della situazione che tutto il mondo sta vivendo e che le misure restrittive sono state adottate esclusivamente per preservare dal virus i nostri bambini, noi, il personale medico sanitario e la  comunità tutta. Comprendiamo e rispettiamo profondamente le persone che, a causa delle motivate restrizioni per limitare la diffusione del virus, hanno dovuto superare ostacoli sicuramente di pari o addirittura e rispettiamo il lavoro e l’impegno di medici, ostetriche e infermieri che si espongono ogni giorno ad un tale rischio. Siamo certe che anche la Sicilia può certamente adoperarsi nel breve termine per trovare soluzioni valide".

 Il testo integrale della lettera aperta 

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