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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Arenella-Vergine Maria

Omicidio Arenella, la famiglia spiega il raptus: "Fucilate contro casa e quel debito da 30 mila euro..."

La versione fornita a PalermoToday dalla famiglia di Alessandra Ballarò, la ragazza di 20 anni che sabato ha ucciso Leonardo Bua: "Sono venuti a minacciarci perché volevano convincerci a ritirare una denuncia e lasciare casa a loro"

Prima gli avrebbero danneggiato l’auto. Poi le minacce, ripetute. Un'escalation di tensione culminata con tre colpi di lupara esplosi contro casa Ballarò. “Gli piace mostrare di essere forti, cercano di farsi valere con la violenza. Sono venuti a minacciarci anche due mesi dopo la morte della madre perché volevano convincerci a ritirare una denuncia e lasciare casa a loro. Una casa comprata con il sudore dei genitori”. Questo il racconto a PalermoToday da parte di una familiare (che chiede di restare anonima) di Alessandra Ballarò che ripesca i fatti del passato e arriva fino all'omicidio di due giorni fa, all'Arenella.

Proprio oggi intanto si è svolto l’interrogatorio della giovane davanti al giudice Maria Cristina Sala durante il quale l’avvocato, Giuseppe Di Stefano, ha puntato sulla legittima difesa. Alessandra Ballarò, fermata la sera stessa e arrestata con le accuse di omicidio volontario e tentato omicidio, commessi lo scorso sabato in piazzetta Caruso (ucciso Leonardo Bua, ferito il fratello Giuseppe), non ha voluto rispondere alle domande del gip, ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Ha ammesso ancora una volta le proprie responsabilità, ha confessato di avere premuto il grilletto, ma ha cercato di spiegare lo stato di terrore che l’avrebbe portata all’estremo gesto.

L'omicidio all'Arenella: i retroscena

A raccontare altri dettagli sulla sua storia è la familiare di Alessandra Ballarò che scava nei trascorsi dei due nuclei vicini di casa fino ad arrivare all’ultimo pomeriggio di follia, l’ennesimo caratterizzato da violenze e minacce. E non ha dubbi sul fatto che Alessandra volesse difendere se stessa, la sorella e soprattutto il padre, malato e rimasto vedovo lo scorso gennaio.

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Una ventenne confessa: omicidio in un video

“Il video parla chiaro, uno di loro - confessa a PalermoToday - aveva una mazza, l’altro un forcone. Poi è arrivato uno schiaffo sul volto del padre malato. Ma non è la prima volta. In passato hanno anche danneggiato la loro auto, ma un amico lo avrebbe visto riferendo che fosse proprio Leonardo Bua il responsabile”. I Ballarò hanno denunciato l’accaduto ai carabinieri, con il sospetto di chi potesse essere l’autore ma senza puntare il dito contro nessuno.

La familiare non accetta che Alessandra venga definita un’assassina. Preferisce piuttosto ricostruire, tassello dopo tassello, il clima di tensione che si respirava in quella piazzetta, lontana dal caos dell'Arenella, per giustificare in qualche modo il gesto. Tutto sarebbe iniziato nei primi anni ’90, con il passaggio di una proprietà dei Ballarò che sarebbe poi diventata casa dei Bua. “Non hanno mai voluto fare il contratto - aggiunge - perché altrimenti avrebbero perso l’assegnazione del loro alloggio popolare. Non ci hanno mai versato un euro. E’ proprio vero quel che si dice: fai bene e male ricevi”.

Omicidio all'Arenella, la scena del delitto

Al centro dei conflitti fra i due nuclei familiari sembrerebbe esserci, come sottolineato dagli investigatori poco dopo l'omicidio, la compravendita di un immobile che ha portato Bua e Ballarò in tribunale per 30 mila euro. Una circostanza che i Bua non avrebbero mai digerito, provando in più occasioni a convincere i vicini di casa (nonché cugini di secondo grado) a togliere di mezzo la giustizia ordinaria. “I Bua sono venuti a fare 'visita' con una persona abbastanza pericolosa per minacciare. ‘Na pigghiamu pa suvvichiaria’. Dopo una settimana - continua la donna - sono tornati e hanno sparato tre colpi, due contro l’appartamento e uno nella cucina a piano terra”.

IMG_8030Ma la violenza, nei racconti, sembra una costante. “In occasione di altre liti hanno chiamato i rinforzi: ‘Scinniti all’Arenella e puaittati u’ fierru’ (Scendete all’Arenella e portate la pistola, ndr)”. Proprio per questa ragione i Ballarò si sarebbero dotati di un sistema di videosorveglianza, nascosto e con le telecamere puntate proprio su piazzetta Caruso. Ma in casa c’è anche una pistola. Le immagini ricostruiscono l’inizio della lite tra le due famiglie. Poi la ventenne rientra a casa, prende l’arma, torna in strada e apre il fuoco. Inutile il tentativo di nascondere il monitor e gli hard disk nella speranza che gli investigatori non li trovassero.

Non è stata ancora rinvenuta invece la calibro 7,65 utilizzata per uccidere Leonardo Bua, 37enne, sposato e padre di tre figli. Sembrerebbe che il fratello di Alessandra abbia gettato la pistola a mare e per questa ragione è stato denunciato a piede libero per porto illegale di arma. “Dell’arma non so parlarne, ero all’oscuro di tutto e neanche sapevo che ce ne fosse una”: si conclude così la ricostruzione dei fatti della famiglia di Alessandra Ballarò. Al termine dell'interrogatorio di oggi il pm Amelia Luise ha chiesto di convalidare il fermo e il gip si è preso 48 ore per decidere quale misura cautelare applicare.

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