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Francesco Sicilia

Giornalista

Dal maledetto 1992 al magico 2022, Taglialatela e Favo: "Che emozione il Palermo in B"

Il portiere e il centrocampista, 30 anni fa, sono retrocessi al termine di una stagione ricordata comunque con grande affetto dai tifosi. Dopo la vittoria col Padova hanno rammentato "il calore e la passione" del periodo trascorso in rosanero

Può una squadra retrocessa rimanere nel cuore dei tifosi? Sì. E' quello che accade da 30 anni a questa parte con il Palermo della stagione 1991-1992. Un'annata maledetta su tutti i fronti per la città che in poche settimane dovette assistere prima alla strage di Capaci, poi al ritorno in C1 dei rosanero e infine all'attentato di via D'Amelio. Non si saprà mai se fu proprio quell'atmosfera a far stringere la Favorita attorno a una formazione imbattibile tra le mura di casa e fragilissima in trasferta. Fatto sta che anche i calciatori di quel periodo conservano il ricordo delle battaglie giocate all'ombra di Monte Pellegrino. Una passione professata apertamente in questi giorni di festa per il salto in B da parte di due uomini simbolo di quella rosa, allenata prima da Enzo Ferrari e poi dal compianto Gianni Di Marzio, morto nello scorso gennaio: Giuseppe, che in Sicilia era "Pino" e a Napoli diventò "Batman", Taglialatela e Massimilano Favo.

"A Palermo ho trascorso uno dei periodi più bella della mia vita calcistica. A Palermo ho sempre dato il massimo, la gente di quella città merita massimo rispetto, perché non si è mai risparmiata, perché il calore e la passione che i tifosi regalano è qualcosa di unico davvero, da rabbrividire la pelle! Palermo è una città da grandi palcoscenici del calcio e oggi voglio complimentarmi con tutti per la meritata promozione in Lega B", ha scritto Taglialatela in un post su Facebook, allegando una foto meravigliosa dell'indimenticata stagione 1991-1992, in cui esulta con i compagni. 

Ridono Roberto Biffi, Giacomo Modica e Pietro De Sensi in quell'istantanea. Piangeranno all'ultima giornata, giocata il 14 giugno 1992, in casa contro la Lucchese allenata da Marcello Lippi. I rosanero vincono 1-0 con gol di Luca Cecconi. Ma dagli altri campi arrivano notizie nefaste, che fanno storcere parecchio il naso e sorgere dubbi agli oltre trentamila sugli spalti della Favorita. Non convincono soprattutto i successi del Taranto a Piacenza e della Casertana, in casa col Bologna, con entrambe le squadre emiliane già salve. Palermo, Venezia, Taranto e Casertana finiscono tutte insieme a 35 punti. Con Avellino e Messina già retrocesse, precipitano in terza serie anche i rosanero in virtù della classifica avulsa. Il Venezia si salva. Taranto e Casertana vanno allo spareggio, poi vinto dai salentini.

Sul campo, a disperarsi per quell'esito beffardo, in quella domenica con l'estate alle porte, c'è anche Favo. Un'icona del Palermo di fine anni Ottanta inizio anni Novanta. Di Favo si racconta spesso che chiamò una figlia Rita in modo tale da tatuarsi anagraficamente il nome Favorita. In realtà, il centrocampista battezzò la piccola Alessandra Rita più che altro per un voto fatto a Santa Rita. Favo dopo la delusione della retrocessione del 1992 si rifece con il doblete del 1993, anno in cui da capitano, non solo vinse il campionato ma si tolse la soddisfazione di alzare al cielo la Coppa Italia di C, unico trofeo vinto dal Palermo se non si considerano le coppe Lipton e Whitaker conquistate all'inizio del Novecento. Domenica sera, Favo, dopo il trionfo col Padova dei ragazzi di Silvio Baldini, ha schiacciato il tasto rewind nel videoregistratore dei ricordi ed è tornato indietro con la memoria. Ha aperto Facebook, ha condiviso un video della Lega Pro con il rigore di Brunori e il boato del Barbera e ha scritto: "Perché Palermo non ha uguali e queste emozioni, già provate, dopo tanti anni, ti restano dentro".

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