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A spasso con l'auto del Comune: obbligo di firma per il sindaco di Termini

Burrafato avrebbe utilizzato in diverse occasioni l'auto comunale e le prestazione lavorative del suo autista "per scopi personali". La reazione: "Mi dimetto"

Terremoto al Comune di Termini Imerese. Sono accuse pesantissime quelle mosse dalla Procura della Repubblica al sindaco Salvatore Burrafato, finito nei guai per peculato, truffa aggravata, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. Il primo cittadino ha deciso di dimettersi. Secondo l'accusa Burrafato avrebbe utilizzato "in diverse occasioni l’auto comunale e le prestazione lavorative del suo autista, per scopi assolutamente personali e in danno dell’amministrazione comunale termitana".  Per lui è scattato l'obbligo di firma: dovrà presentarsi una volta al giorno davanti ai carabinieri. La polizia giudiziaria e i carabinieri di Termini questa mattina hanno eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal gip del Tribunale. 

La misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è scattata anche per il dipendente comunale Marino Battaglia, l'autista del sindaco. A Battaglia vengono contestati i reati di peculato, truffa aggravata e falso in atto pubblico.

Gli accertamenti hanno consentito di acclarare l’abituale utilizzo privato dell'auto di servizio da parte del sindaco, e delle prestazioni dell’autista, per circa un anno. "Analogamente - dicono dalla Procura - l’autista utilizzava l'auto per ragioni personali, quando non era impegnato con il sindaco". L’operazione al culmine una complessa attività di indagine coordinata dal procuratore Alfredo Morvillo e dai sostituti procuratori della Repubblica di Termini Imerese, Giacomo Brandini e Francesco Gualtieri.

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