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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Rifugi alpini chiusi, la Regione chiarisce: “Canoni non pagati e rischi per la sicurezza"

Dopo la revoca della concessione di sei rifugi, cinque dei quali nel Palermitano e uno sui Nebrodi, il Club alpino siciliano ha annunciato ricorso al Tar. L’assessore Scilla a PalermoToday spiega: “Non si può venire meno al rispetto delle norme e delle regole, disponibili a confrontarci col Cas"

“Non è un atto politico contro il Club alpino siciliano, ma un atto amministrativo a tutela della sicurezza e dell’ambiente”. L’assessore regionale allo Sviluppo rurale, Toni Scilla, difende così il provvedimento del dipartimento guidato dal dirigente generale Mario Candore, che fa capo al suo assessorato, con cui la Regione ha revocato la concessione al Cas di sei rifugi alpini, cinque dei quali nel Palermitano. A riferirlo è stato lo stesso presidente del Club, Mario Crispi, che si è definito “incredulo” e ha annunciato un ricorso al Tar sulla questione.

Il club alpino siciliano: “La Regione ha revocato le concessioni per i nostri rifugi, faremo ricorso al Tar”

“Ma non è una decisione che arriva dall’oggi al domani - spiega Scilla a PalermoToday. - Ci sarebbero delle questioni irrisolte legate a canoni di concessione mai pagati, impianti non a norma, rischi per la sicurezza delle persone e dell’ambiente. Problemi che si trascinerebbero da anni”.

I rifugi per il quali la Regione ha revocato le concessioni sono: l'Ostello della Gioventù a Piano Battaglia, il rifugio Severino a Pizzo Carbonara, il rifugio Cervi a Monte Cervi, il rifugio Rascata a Collesano (tutti sulle Madonie), il rifugio Pizzo Bileo (Ficuzza) e Arcarolo (Nebrodi). Di recente, il Cas ha presentato agli uffici preposti della Regione anche una proposta articolata di sviluppo turistico consapevole per promuovere le nuove pratiche di fruizione della montagna. Ma a frenare il tutto si sarebbero messi di mezzo problemi di gestione più antichi. 

“C’è tutta la volontà da parte mia di approfondire ed eventualmente di confrontarmi con i soggetti interessati - conclude Scilla - ma non possiamo mai venire meno al rispetto delle norme e delle regole. Nelle prossime settimane ci attiveremo per trovare una soluzione o comunque per definire la questione”. 


 

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