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Piano delle opere pubbliche, slitta la votazione e l'ex maggioranza sbotta: "Basta con questo teatrino"

Il cronoprogramma subisce un ulteriore ritardo dopo la capigruppo di oggi. Orlandiani e grillini all'attacco: "Continua l'ostruzionismo del centrodestra, per noi l'atto si può fare già domani". Tantillo (Forza Italia): "Lavori d'Aula condizionati dalle loro proteste"

Slitta la votazione del Piano triennale delle opere pubbliche. La conferenza dei capigruppo ha stabilito un'audizione del segretario generale per avere aggiornamenti sul piano di riequilibrio; mentre la discussione sulla delibera che ha provocato il muro contro muro tra orlandiani e grillini e le minoranze di centrodestra (assieme ai renziani ormai maggioranza a Sala delle Lapidi) riprenderà giovedì e proseguirà la prossima settimana. Per non perdere i finanziamenti in scadenza a fine anno, il Consiglio dovrebbe mettere a punto un emendamento che includa tutte le opere a rischio incompiuta. 

"Arriveremo al voto martedì, male che vada mercoledì" garantisce il capogruppo di Forza Italia, Giulio Tantillo, secondo cui le proteste di Avanti Insieme, Movimento 5 Stelle, Sinistra Comune e Pd "hanno condizionato i lavori d'Aula". Una narrazione che viene capovolta da orlandiani e grillini, che proseguono l'occupazione di Sala delle Lapidi: "La riunione dei capigruppo di oggi, alla quale abbiamo scelto di non partecipare, ha fugato ogni dubbio: il Piano triennale delle opere pubbliche non s'ha da fare! Sfidiamo chiunque a indovinare quando sarà votato. Infatti, il cronoprogramma redatto dal presidente della seconda commissione, che aveva previsto la votazione dell'atto entro il 19 novembre, ha posticipato la scadenza alla settimana prossima".

I capigruppo di Avanti Insieme, Movimento 5 Stelle, Sinistra Comune e Pd rincarano la dose: "I fatti sono testardi e addebitare il ritardo nella valutazione del piano a noi, che rappresentiamo ormai una minoranza in Consiglio e vorremmo votare domani stesso, è piuttosto complicato. La verità è che continua un ostruzionismo di cui non ci si vuole nemmeno assumere la responsabilità. Ennesima prova della volontà di appesantire la discussione, l’invio di richieste di approfondimenti tecnici a sole 24 ore dalla seduta d’aula. Perché queste domande non le facevano prima? Prima di bocciare l’atto nel mese di marzo? Prima di presentare decine di emendamenti strampalati? Se è vero che qualcuno vuole portare in votazione l’atto, si smarchi da questo teatrino e lo dimostri, semplicemente ammettendo che l’unica cosa da fare è discutere e votare l’atto già domani, in un’unica seduta in cui ognuno possa assumersi le proprie responsabilità di fronte alla città".

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