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Sabato, 27 Aprile 2024
Elezioni regionali 2022

Regionali, il centrosinistra riparte dalle primarie: i progressisti aprono le porte a Italia Viva, Azione e +Europa

Le consultazioni unitarie della coalizione giallorossa si terranno il 23 luglio, entro il 30 giugno le candidature. Pd, M5S e i partiti di sinistra presentano il regolamento: si vota online e in 32 gazebo. Scatta il toto-nomi, ma c'è già la prima polemica dopo quanto detto dal segretario provinciale dei dem sui familiari delle vittime di mafia

Dopo la batosta rimediata alle Comunali di Palermo e di Messina, in Sicilia il centrosinistra riparte dalle primarie. C'è la data delle consultazioni - il 23 luglio prossimo (dalle 8 alle 22) - ed ora anche il regolamento: lo hanno presentato oggi all'Assemblea regionale siciliana i partiti che compongono la coalizione giallorossa. 

Per la prima volta in assoluto quindi Pd, Movimento 5 Stelle, Centopassi, Articolo 1, Europa Verde, Sinistra Italiana e Psi sceglieranno il candidato unitario alle elezioni per la presidenza della Regione. La Sicilia si conferma così laboratorio politico. L’accordo raggiunto dalle forze politiche prevede che le primarie unitarie siano celebrate in modalità mista: sulla piattaforma Sky Vote e nei 32 gazebo allestiti nell'Isola: nei 9 capoluoghi di provincia, più altri 23 centri. Per votare ci si potrà registrare dal 23 giugno al 21 luglio sulla piattaforma informatica con documento di identità: in quella fase si sceglierà se votare online o in un seggio fisico. Potranno votare anche i 16enni residenti in Sicilia.

Nessun contributo ai gazebo: il voto sarà gratuito, le presidenziali22 (questo il nome scelto) saranno finanziate attraverso una campagna di crowdfunding e un contributo dei candidati. Le candidature dovranno essere presentate entro il prossimo le ore 20 del 30 giugno, ma chi vuole può depositarle da giovedì prossimo. Chi si candida dovrà firmare un atto dal notaio per impegnarsi a sostenere il vincitore delle primarie, evitando ad esempio quello che successe alle Comunali del 2012, quando Leoluca Orlando non accettò la sconfitta di Rita Borsellino contro Ferrandelli e dopo aver denunciato brogli scese in campo violando i patti. I gruppi rappresentati all'Ars non dovranno presentare firme per candidare un proprio esponente: gli altri, invece, dovranno raccogliere 2 mila firme e poi presentare una lista alle Regionali in almeno cinque collegi.

Durante la conferenza stampa di presentazione, alla quale erano presenti Claudio Fava (Centopassi) , Anthony Barbagallo (Pd), Nuccio Di Paola (M5S), Pippo Zappulla (Articolo 1), Manuela Parrocchia e Pierpaolo Montalto (Sinistra Italiana), Nino Oddo (Partito Socialista), Mauro Mangano e Antonella Ingianni (Europa Verde), si è specificato il carattere aperto ed inclusivo del regolamento e della coalizione. Da qui l'apertura a Italia Viva, Azione e Più Europa ad entrare nel campo progressista: "Le primarie per scegliere il candidato presidente della Regione siciliana riguardano tutti - ha sottolineato Claudio Fava - le forze di opposizione e anche altre forze politiche, come +Europa e il movimento di Calenda, riguardano tutti coloro che in questi anni hanno tenuto una posizione chiara contro il governo Musumeci. Non credo che queste primarie siano una prova muscolare fra le forze politiche della sinistra, credo invece che siano un confronto tra alcuni candidati che si misureranno sul progetto per la Sicilia".

Nuccio Di Paola, capogruppo del M5S all'Ars, ha aggiunto: "Abbiamo sempre detto che questo campo è aperto e alternativo alle destre e al governo Musumeci, dopo di che io non sono appassionato né ai nomi né alle sigle: dobbiamo basarci sui temi e sui valori del campo progressista".  Un discrimine però c'è e lo ha evidenziato Fava: "Tutti coloro che in questi anni hanno partecipato all'alleanza del governo Musumeci non fanno ovviamente parte di questo campo progressista. Se vogliamo fare nomi e cognomi, l'onorevole Lombardo è dentro questa maggioranza".

"L'appello all'inclusione - ha sottolineato il segretario regionale del Pd siciliano Anthony Barbagallo - è anche un appello per evitare di ripetere gli errori che sono stati fatti a Palermo, che si divida il campo europeista. E' un appello a +Europa, ad Azione ma perché no anche a Renzi e ad Italia Viva".

Con il via alle primarie è scattato anche il toto-candidati. Un paio al momento i nomi sul tappeto. A cominciare dal deputato dell'Ars Claudio Fava (Centopassi), che si è dimesso dalla commissione regionale Antimafia proprio per candidarsi alle primarie. Nel M5S, che a livello nazionale vive lo scontro in atto fra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, è pronto a scendere in campo Giancarlo Cancelleri, grillino della prima ora (già candidato alla Regione nel 2012 e nel 2017), attuale sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture, che si è dichiarato disponibile ad affrontare la sfida interna alla coalizione.  

Per quanto riguarda il Pd i nomi più gettonati sono quelli dell'europarlamentare Pietro Bartolo, il medico che per trent'anni ha soccorso i migranti che sbarcavano a Lampedusa, e di un'altra eurpodeputata: Caterina Chinnici, già assessore regionale nel governo di Raffaele Lombardo (quello dell'accordo fra autonomisti e dem) e figlia del giudice istruttore Rocco Chinnici, l'inventore del pool antimafia ucciso nel 1983 da Cosa nostra nella strage di via Pipitone Federico. Nessuno dei due ha sciolto le riserve e toccherà al segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo trovare una sintesi.

Non sarà facile, visto che il Pd deve affrontare il "nodo" delle deroghe ai parlamentari regionali che hanno già fatto tre mandati all'Ars e anche le divergenze sui nomi dei possibili candidati. Caterina Chinnici ad esempio è vista con qualche diffidenza da una parte del partito, perché sarebbe troppo schiacciata sulle posizioni di Giuseppe Lupo, uno dei maggiorenti dem, nonché capogruppo all'Ars e consigliere appena eletto al Comune di Palermo. Il rischio, nel gioco delle correnti, è che un "pezzo" del Pd si stacchi e sostenga Caludio Fava. Cosa diversa se della partita fosse Bartolo, che è un indipendente all'interno del Pd ed è schierato più a sinistra.    

Sui nomi in ballo c'è già una prima polemica: ieri il segretario provinciale del Pd Rosario Filoramo si è detto contrario ai "candidati familiari di vittime di mafia": "Non so se fosse riferito a me o a Chinnici, alla quale ho espresso la mia solidarietà - ha concluso Fava, figlio del giornalista catanese Pippo, ucciso dalla mafia - lo ritengo offensivo".  

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