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Sabato, 27 Aprile 2024

Quando la protezione è made in Palermo ed è riconoscibile al tatto

In questi mesi di emergenza sanitaria abbiamo imparato a conoscere i dispositivi di protezione individuale. Ma quanto sappiamo davvero sulla loro efficacia, la loro provenienza e i materiali utilizzati?

Parola d'ordine "prevenzione". In questi mesi di pandemia da Covid-19 abbiamo imparato a conoscere i dispositivi di protezione individuale che fino a meno di un anno fa erano per i più perfetti sconosciuti nelle nostre vite. Insieme al distanziamento fisico e all'igiene personale, le mascherine, con tutte le loro sfaccettature e gradi di protezione, sono considerate senza dubbio gli strumenti più utili nella limitazione della diffusione del coronavirus. Anche in questi giorni in cui in Italia è iniziata la distribuzione dei primi vaccini, una cosa è certa: dovremo continuare a indossarle ancora per parecchio, almeno fino a quando la maggior parte della popolazione non sarà vaccinata. 

Ecco perché le parole "Ffp1", "Ffp2", "Ffp3" e "chirurgiche" continueranno a far parte del nostro vocabolario e della nostra vita ancora per un po'. Oggi, però, vogliamo parlare delle mascherine chirurgiche IIR, dispositivi a uso medico testati per assicurare specifici livelli di protezione. Grazie ai multistrati e alla filtrazione batterica del 99 per cento, questa tipologia di mascherina previene qualsiasi preoccupazione durante le attività giornaliere. Proprio per questa sua caratteristica e per la resistenza, può essere utilizzata in ambiti ospedalieri per la protezione del paziente dai germi infettivi e del personale sanitario da contaminazione da fluidi biologici. Lo sa bene l'avvocato Marco Zummo, presidente del Gruppo Karol S.p.A. che in questo periodo di emergenza sanitaria ha voluto investire nella produzione di mascherine di questa tipologia per venire incontro alle esigenze sia della collettività che del personale sanitario. 

Se dal 2014 Karol opera infatti nel settore delle fragilità, nel 2020 non poteva che pensare alle difficoltà quotidiane di chi si trova ogni giorno in trincea. Ecco perché al civico 2 di via Joe Petrosino è nata Karol Industrie, una fabbrica che oggi costruisce mascherine chirurgiche top di gamma - tipologia IIR con altissima respirabilità e capacità filtrante. Ma c'è un elemento da non sottovalutare. Se quando parliamo di mascherine, inutile negarlo, pensiamo subito a quelle provenienti dalla Cina o comunque di fattura cinese, a fare la differenza è certamente anche la qualità dei prodotti utilizzati e i macchinari provenienti dalla comunità europea con cui ogni dpi viene fabbricato. Karol ha voluto fare di ciò il suo cavallo di battaglia, investendo su dei dispositivi certificati che già nella consistenza appaiono diverse. 

Le mascherine targate Karol sono realizzate infatti con macchine italiane e materiali esclusivamente provenienti dalla comunità europea. Già al tatto è possibile verificarne la differenza rispetto alle altre in commercio, made in Cina. Tutti i I tessuti lato viso e lato esterno sono certificati Oekot-ex standard 100 e hanno il report di biocompatibilità completo secondo norma 10993. Gli elastici sono certificati Oeko-tex standard 100 e sono latex free. Ma ricordiamo: le mascherine chirurgiche sono monouso e vanno gettate nei rifiuti indifferenziati. 

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