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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia Libertà / Via Filippo Cordova

Almaviva, lavoratori nell'incubo: formalizzati 1.670 licenziamenti

Nel vertice con i sindacati l'azienda di call center ha ufficiliazzato il numero di esuberi "effetti dei processi di delocalizzazione delle gare al massimo ribasso". La Uilcom: "Risultato devastante per migliaia di famiglie palermitane"

Questa mattina è stata formalizzata la procedura di licenziamento collettivo per 1670 lavoratori palermitani del call center Almaviva. L’esubero dichiarato è stato di 918 per la realtà di Roma, 400 per la realtà di Napoli e 1670 per Palermo. L’azienda alla base della dichiarazione di esubero ha illustrato i numeri relativi al “margine diretto di produzione” (inteso come totali ricavi di tutte le attività meno il costo del lavoro di tutti gli operatori), rapporto che per Palermo certifica un dato del 9,6% a fronte di un obiettivo minimo utile a tenere in equilibrio costi e ricavi pari almeno al 21%. Secondo l’azienda, questi sono gli effetti dei processi di delocalizzazione delle gare al massimo ribasso e delle assenze di regole utili al settore dell’outsourcing nelle TLC.

TENSIONE IN VIA CORDOVA - Tensione davanti alla sede CosMed di via Cordova, dove centinaia di lavoratori erano in attesa dell'incontro tra azienda e sindacati. Sul posto presenti anche le forze dell'ordine. "Il piano è diretto al necessario obiettivo di garantire condizioni di equilibrio industriale e di avviare, nel medio periodo, un percorso di rilancio - spiega Almaviva in una nota -. In uno scenario di mercato dominato da fattori distorsivi che seguitano ad alterare profondamente il contesto competitivo, dal mancato rispetto delle norme sulle delocalizzazioni di attività in Paesi extra UE all’utilizzo opportunistico degli incentivi per l’occupazione, AlmavivA Contact ha dovuto registrare tra il 2011 e il 2015 una contrazione dei ricavi del 33% sul mercato italiano". 

ALMAVIVA SPIEGA - "Le scelte fin qui operate - continua Almaviva - sono volte a sostenere l’impegno produttivo, a consolidare il proprio radicamento nel territorio nazionale e a salvaguardare la continuità dell’intera forza occupazionale, anche attraverso il pluriennale ricorso a strumenti di solidarietà difensiva per gestire gli esuberi dichiarati, non sono più sufficienti a fronteggiare, in assenza di iniziative correttive, la situazione di crisi strutturale che, solo nell’ultimo biennio, ha provocato sul perimetro italiano del CRM circa 16 milioni di euro di perdite per l’Azienda e ha già comportato ricapitalizzazioni da parte dei Soci per circa 50 milioni di euro. Il piano prevede una riduzione del personale per un massimo di 2.990 persone con riferimento anche alla sede di Palermo (fino a 1670 persone). Il piano coinvolge il 6% del personale attualmente in forza al Gruppo a livello globale (50 mila persone, in sette Paesi). Nel corso dei prossimi 75 giorni, in base alle previsioni della normativa in materia, la Società si confronterà con le organizzazioni sindacali per esaminare l’impatto sociale ed occupazionale della procedura".

PRIMAVERA BUIA - "La data del 21 marzo sarà scolpita nella storia di questa città - dichiara Giuseppe Tumminia, Segretario Regionale della Uilcom Sicilia - e gli effetti e la somma di responsabilità plurime consegnano un risultato devastante per migliaia di famiglie palermitane, il sindacato ha ribadito che va ricercata una soluzione alla vertenza riconducendo il tavolo Almaviva dentro gli impegni che il Governo nazionale ha annunciato nell’incontro al Mise di giorno 9 marzo. I grossi committenti pubblici e privati devono garantire la sostenibilità delle commesse presenti sul territorio siciliano, l’azienda Almaviva deve utilizzare gli ammortizzatori sociali pari a 61 milioni di euro messi a disposizione dal Governo uscendo dal tatticismo, al fine di partecipare attivamente a un processo di normalizzazione dell’intero settore".

SOLUZIONI E PROSPETTIVE - "Abbiamo sollecitato in queste ultime settimane l’azienda - continua Tumminia - a ricercare soluzioni condivise, in un contesto di sistema che vede le Istituzioni territoriali e nazionali impegnate a sostenere la vertenza, è chiaro che se le posizioni intransigenti di un’azienda che non vuole trovare nessuna soluzione dovessero consolidarsi, è opportuno che l’azienda Almaviva passi la mano a qualche imprenditore disposto a garantire la continuità occupazionale su Palermo, non è pensabile che in un paese ad economia avanzata si mettano per strada migliaia di persone al solo fine di rincorrere qualche migliaio di risparmio sui grassi bilanci delle committenze pubbliche e private che caratterizzano il settore del call center in outsourcing: Telecom, Wind, Vodafone, Enel, Alitalia, Poste Italiane, Sky sono chiamate in solido a rientrare il lavoro dai paesi dell’Est europeo".

NUOVE PROTESTE - Domani, ancora una volta, migliaia di lavoratori di Almaviva sciopereranno a Palermo, con un concentramento a piazza Indipendenza per sollecitare il Governo Regionale ad assumere un ruolo attivo su questa vertenza, un evento eccezionale come questo richiede misure eccezionali, ognuno è chiamato alle proprio responsabilità.

ORLANDO - Sulla vicenda è intervenuto anche Leoluca Orlando: "Chiediamo al governo nazionale di convocare subito un tavolo nazionale di crisi che riguarda gli esuberi a Palermo, a Roma e a Napoli. Vogliamo che la vicenda palermitana diventi una vicenda nazionale". Così invece il deputato di Sinistra italiana Erasmo Palazzotto: “I 1.670 esuberi nella sede palermitana di Almaviva sono un dato devastante per la nostra città. Un risultato frutto anche del disinteresse del governo nazionale e di quello regionale, che non hanno  saputo e voluto muovere un dito fino all'epilogo di oggi. La verità è che i lavoratori Almaviva sono stato lasciati soli a difendere il proprio lavoro e il proprio futuro. Adesso rischiamo che la più grossa realtà occupazionale della città lasci per strada quasi duemila persone, nel disinteresse generale delle istituzioni regionali e nazionali”.

LE REAZIONI

UGL - "Dopo diversi incontri istituzionali per trovare una soluzione e dare così garanzie occupazionali ai lavoratori di Almaviva, principale azienda di call center in outsourcing italiana, purtroppo è arrivata, come una doccia fredda, l’apertura delle procedure di mobilità, secondo la L. 223/91 (licenziamenti collettivi) che riguarda fino a 2988 lavoratori. Palermo è la sede Almaviva maggiormente colpita con 1670 lavoratori dichiarati in esubero, in un sito dove viene impiegato il 65% di donne". Così Antonio Vitti, segretario provinciale Ugl Telecomuncazioni, che aggiunge:  "l’Azienda ha dichiarato un calo dei ricavi a livello nazionale del 37%, anche a seguito dell’esito negativo della gara con Enel". "Per i siti produttivi di Palermo, l’azienda sostiene - spiega Vitti -  anche una insostenibilità economica dei due distinti complessi (via Marcellini e via Cordova). Pertanto le risorse verranno concentrate in unico complesso,  quello di via Cordova. I lavoratori interessati dalla procedura di mobilità, riguardano gli operatori telelefonici, ad esclusione dei team leader e delle staff". "La vertenza aperta da Almaviva - conclude il sindacalista -  è la più grave degli utlimi 10 anni per la città di Palermo, superiore per numero di lavoratori alla vertenza Fiat".
 

MICCICHE' (FI) - “Il rischio che 1670 lavoratori siciliani di Almaviva rimangano sulla strada è di ora in ora più probabile. Ma a fronte dei licenziamenti confermati dal colosso dei call center, il governo Crocetta continua a rimanere con le mani in mano, senza favorire soluzioni concrete. In questa, come in mille altre occasioni, anche Palazzo d’Orleans non riesce ad essere credibile e autorevole, a gestire in modo positivo una situazione di crisi, a spingere il governo nazionale ad agire nell'interesse dei dipendenti Almaviva. Crocetta e i suoi si confermano inadeguati a ricoprire un ruolo fondamentale, di tutela dei lavoratori e del lavoro. Il governo regionale fa affondare la Sicilia e la sua economia”. Lo dice Gianfranco Miccichè, commissario di Forza Italia in Sicilia.

CAMPANELLA (SINISTRA ITALIANA) - “Almaviva siamo tutti noi. Sono i nostri figli, a cui è stato negato un futuro. È un’intera generazione senza prospettive reali. E anche quel poco che c’è, che sarebbe dovuto essere crocevia di passaggio ed è diventato la principale fonte di reddito per molti lavoratori, adesso è a un soffio dall’essergli portato via”. Lo dichiara in una nota il senatore di Sinistra Italiana, Francesco Campanella, a proposito dell’annuncio delle procedure di mobilità per 1670 lavoratori del call center di Palermo. “Parliamo spesso dei giovani di Almaviva - sottolinea Campanella -, ma quei ragazzi oggi hanno quarant’anni, sono uomini e donne, padri e madri di famiglia, con l’affitto e la bolletta alla fine del mese. Abbiamo assistito in questi anni a un impoverimento progressivo, al quale non è stata associata alcuna forma di progetto politico per contrastarlo. Questa classe dirigente evidentemente incapace continua a proporsi per il governo della Sicilia, senza mettere sul tavolo un progetto di cambiamento credibile e scaricando sui lavoratori le conseguenze dei propri fallimenti”.

MESSINA (IDV) - "Il drammatico annuncio di Almaviva, che prevede circa 3000 licenziamenti e tutti al Sud, è il risultato del perverso gioco al massimo ribasso nelle gare di appalto che purtroppo favorisce chi ha de localizzato totalmente l'attività fuori dall'Italia". E’ quanto si legge in una nota del segretario nazionale dell’Idv, Ignazio Messina.”Il governo è ancora in tempo ad intervenire stabilendo che gli appalti nelle Tlc non possano essere affidati con un prezzo inferiore al costo del lavoro in Italia e, qualora partecipassero aziende con attività in paesi extraeuropei, deve essere applicata loro una tassazione di ingresso nel nostro mercato. Italia dei Valori – continua Messina -  da sempre impegnata nella difesa dei posti di lavoro e dei diritti dei dipendenti dei call center, propone che il governo assuma una chiara posizione indicando ad Almaviva la sospensione delle procedure di licenziamento e il contemporaneo avvio di una trattativa per stabilire premi e penalità fiscali per gli operatori del settore a seconda della loro delocalizzazione. Per no i- conclude il leader dell’idv - è evidente che chi opera nella legalità con le regole e i diritti europei debba essere protetto da chi applica criteri schiavistici nei paesi in via di sviluppo".

SIRAGUSA (MOVIMENTO 5 STELLE) -  “Nel disastro Almaviva c'è pure la firma di Crocetta”. Il M5S all'Ars commenta l'ennesimo disastro occupazionale in Sicilia, “nel quale – afferma Salvatore Siragusa - la Regione ha brillato per la sua assenza, disinteressandosi della vicenda e non promuovendo alcuna azione a Roma, quantomeno per non arrendersi senza prima aver fatto il possibile e anche l'impossibile”. “E’ stato più volte chiesto un incontro dagli stessi dipendenti con la Regione Siciliana – racconta Siragusa – ma né le varie giunte, né il presidente Crocetta hanno mai dato la possibilità di una interlocuzione con le istituzioni, disinteressandosi di tutte le persone che vi lavorano”. il parlamentare Cinquestelle ha depositato un'interrogazione urgente all'Ars, con la quale chiedeva l’intervento del governo. “Anche questa – dice Siragusa - è rimasta lettera morta”.

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