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Nella chiesa San Curato d'Ars, in via delle Capinere, si sono svolti i funerali della cantante neomelodica uccisa a Cruillas dal marito ad appena 32 anni. L’omelia del prete tenta di dare conforto a una famiglia distrutta dal dolore

Gli amici più stretti indossano gli occhiali da sole su un volto già coperto dalle mascherine. Nascondono le lacrime, il dolore per l'addio a Piera Napoli, la donna (e mamma) uccisa barbaramente a colpi di coltello dal marito Salvatore Baglione. Marito che diceva di amarla.

A Falsomiele, lì dove la cantante neomelodica di appena 32 anni è cresciuta, i familiari più stretti e un piccolo gruppo di amici e colleghi ha voluto darle l'ultimo saluto. Nella chiesa San Curato d'Ars, in via delle Capinere, padre Sergio Mattaliano ha fatto una velocissima omelia. Troppo il dolore per la morte di Piera che, a Cruillas, altro quartiere di periferia non lontano da dove questa mattina si sono celebrati i suoi funerali, ha smesso di vivere. Lì, insieme a Salvatore Baglione, 37 anni, aveva costruito la sua famiglia. Una vita tranquilla tra la musica - suo grande amore - e i suoi tre bambini. Almeno fino al giorno in cui il marito si è trasformato nel suo aguzzino lasciandola morta in un lago di sangue. "Mi tradiva, mi ha detto di non amarmi più" sarebbe il movente confessato agli inquirenti.

L’omelia del prete tenta di dare conforto a una famiglia distrutta dal dolore. Ad ascoltarla, in prima fila, i genitori di Piera stretti in un abbraccio che non finisce più. “Questa non è la comunità territoriale di Piera. C’abitava da ragazza, la sua vita l'ha vissuta a Cruillas. Ma il signore ha voluto che fossi io a dare l'estremo saluto a questa nostra sorella. Ho cercato dunque di conoscere la vita di questa ragazza, moglie e mamma di tre splendidi bambini, di cui due gemelli. Ho cercato di capire chi fosse e ho scoperto che era realmente splendida, amante della vita e soprattutto una persona corretta, così come l'hanno conosciuta gli amici e anche le persone e i colleghi che avevano con lei questa esperienza del canto” dice il parroco.

Nella piccola chiesa di Falsomiele, infatti, anche una piccola rappresentanza di colleghi con cui Piera condivideva la passione per la musica e che le hanno dedicato l’Ave Maria di Schubert, commuovendo tutti. “Ho visto una madre e un padre fortemente colpiti. La violenza ha preso il sopravvento sull'amore - prosegue Don Sergio Mattaliano - l'egoismo ha preso il sopravvento sulla generosità a cui il signore ci chiama come cristiani. Il signore consoli il cuore di chi piange e assista i bambini che sono quelli più fragili. Loro hanno e avranno bisogno del nonno e della nonna che li aiuteranno a custodire la loro mamma e a custodire il dono più grande che gli ha dato la loro mamma: la vita”.

Un dono, quello della vita, che a Piera Napoli è stato strappato brutalmente, morta una notte come un’altra assassinata nel bagno di casa sua. “Il dono che Dio dà a noi nessuno ha il diritto di toglierlo. Oggi Gesù in croce torna a morire e a risorgere per Piera, per darle la vita. Quella vita che le è stata tolta umanamente, per la vita eterna. Non chiedetevi il perché, perché a certe domande non avrete la risposta. Possa lei oggi risplendere in quella vita dove non c'è più lutto, dove non c'è più lamento. E’ un momento difficile perché si va contro la natura. Un padre non può vedere una figlia morire, una madre non può vedere una figlia morire. La natura ci dice che sono i figli che accompagnano i genitori verso l'altra vita ma a voi è successo diversamente. Il signore possa concedervi pace. Nessuno vi potrà mai restituire Piera - conclude il parroco - ma lo Spirito Santo potrà lenire le vostre sofferenze, le vostre lacrime, il vostro dolore. Cantava perché le piaceva cantare, possa ora cantare davanti al signore, per sempre mite e festosa”. La bara lascia la chiesa dritta verso il cimitero per la tumulazione. Intanto in cielo volano le colombe bianche e i palloncini, mentre la musica copre il suono dei singhiozzi dell’ultimo addio.

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