"Io aggredito in via dell'Olimpo, sono vivo per miracolo: ringrazio chi mi ha salvato, vorrei conoscerlo"
Un mese fa circa (era il 5 marzo) ho subito un trauma psicologico che purtroppo mi segnerà per tutta la vita. Sì, perché quel tentativo di uccidermi (in via dello Olimpo) da parte del padre e del fratello di mia moglie per me è diventato un grandissimo trauma psicologico. Scrivo questa lettera per che oggi mi sento un po’ meglio. Ho ancora un dito rotto, l’occhio - grazie a Dio ed al primario oculistico di Villa Sofia al quale faccio un plauso - sta recuperando tantissimo. Oggi riesco a leggere, non come prima ma leggo, qualche giro di testa improvviso c’è, mi è restato ma sono fiducioso nei dottori che mi stanno curando e ringrazio Dio che sono vivo.
Ma la cosa che più voglio sottolineare oggi è un'altra: ad un mese dell’accaduto non so ancora chi è stato il mio angelo custode, quella persona che mi ha soccorso salvandomi la vita. Sì, lui mi ha salvato la vita grazie al suo tempestivo intervento: mi ha fatto arrivare prima possibile all’ospedale dove hanno fatto tutto per strapparmi alla morte. Va a lui un ringraziamento speciale da parte mia da parte di mia moglie e da parte dei miei figli.
Non so come si chiama ma un giorno spero di incontrarlo per abbracciarlo affettuosamente e digli grazie grazie grazie. Oggi mi sono sentito con tutto il mio cuore di fargli pervenire il mio ringraziamento e aggiungo al mio grazie che da quel giorno non smetto mai di pensare che sono vivo grazie ad un angelo custode.