"Cari sindaci in carica e non, ecco com'è ridotta la città..."
Riceviamo e pubblichiamo
Carissimo sindaco oggi in carica e a quello che fu in carica fino a poco tempo fa,
vi volevo raccontare la storia di un palermitano che la mattina si trova a dover affrontare il tragitto da casa al lavoro, facendo qualche passo a piedi. Vi starete chiedendo perché ho esteso l'appello anche al precedente sindaco: presto detto, certi avvistamenti risalgono già a qualche anno fa, periodo in cui l'attuale sindaco era privo di qualsivoglia colpa. Venendo al nostro tragitto, un cittadino esce da casa e già con un piede fuori dal cancello trova una strada colabrodo, nello specifico via Corrado Giaquinto (capisco che essendo una via minuscola non è un gran bacino di voti, ma ciò non toglie che ivi vi abitano esseri umani). Più volte è stato sollecitato intervento, ma si dice che è una strada privata, allora chiudiamola, ma non si può perché è una strada di transito (ma insomma è privata o pubblica?).
Lasciata via Giaquinto, si inizia a percorrere via Leonardo da Vinci, che se l'illustre scienziato/artista sapesse che gli avete dedicato una strada così sudicia vi farebbe sicuramente querela, almeno sudicia da piazza Einstein in su, la parte in giù rientra nell'élite delle strade del centro. Dicevamo che ci troviamo a camminare in via da Vinci, per raggiungere la rotonda si fa lo slalom tra cacche di cane, carte, cartoni e, proprio alla rotonda, un residuo di quello che fu un water, la tavoloccia.
Dopo continuando per il marciapiede che gira tutto intorno alla rotonda, lo slalom continua tra erbacce che stanno assumendo le sembianze di una foresta e monopattini elettrici abbandonati in tutte le posizioni possibili sul suddetto marciapiede. Cosa dire di via Regione Siciliana? Nient'altro che vi è precluso il transito sul marciapiede a causa di una rigogliosa vegetazione che lo invade totalmente, tanto da malcelare un rudere di schermo video di qualche vecchio computer. E siamo sempre su via Regione Siciliana, tra l'altro una delle porte di ingresso della città.
In piazza Giotto poi si apre il campo da semina dei rifiuti, lasciati lì da "civilissimi" cittadini, vicino alla biglietteria Amat. Personalmente mi metto nei panni di un danese o norvegese o, peggio mi sento, un giapponese. Penseranno che sono in un set cinematografico che rappresenta lo stereotipo di Palermo, non sanno che è la immanente realtà.... Carissimi sindaci, in carica o già storicizzati, che dire: nunc est bibendum, almeno ci ubriachiamo e prendiamo tutto ciò con meno tristezza e più alcolica euforia.